Magari, le mutandine pizzo e malizia


L’esposizione di mutande al consiglio comunale di Chieti, durante il confronto (si fa per dire, certe volte…) sul bilancio, non è il record minimale dello stile che ormai la politica ha adottato. In Parlamento se ne sono viste anche di peggiori, e dando attenzione ai dibattiti politici (anche qui si fa per dire…), se ne sentono di ben più deprimenti. Come tutto il resto del paese, la politica è scesa ai piani bassi dimenticando la sana goliardia per scegliere il trivio. Nessuno ha mai condannato spirito e umorismo, anche mordaci, ma c’è modo e modo. Un tempo lo champagne lo bevevano le signore più eleganti per giustificare il ruttino, lasciato andare con impareggiabile grazia.
Ora si beve birra per i festival del rutto e la gente applaude. I latini dicevano “o tempora, o mores”, ma forse una citazione latina in questo discorso è fuori luogo. Bisognerebbe tradurla al 99,999999…% dei politici. Percentuali da fisica quantistica.
Se proprio la grossolanità è necessaria, o almeno per taluni inevitabile, al prossimo consiglio comunale, per contestare, si esibiscano mutandine di pizzo di quelle progettate e cucite con malizia. Saranno più belle e piccanti. Con calze a rete e reggicalze nero toccheranno i vertici. Faranno ripensare a Sophia Loren che si spoglia per Mastroianni, e sarà salutare. Tra tante squallidezze e in tanta desolazione, non resta infatti che tuffarsi nei ricordi. Quelli non potrà rubarceli nessuno.



14 Luglio 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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