Le banche avvertono: si torna al mutuo
L’Aquila – Il 2010 non si prospetta facile per i terremotati, se le cose non cambieranno. La ricostruzione non è ancora cominciata, c’è chi una casa non ce l’ha più e chi la ha ma classificata E o F. Centinaia di cittadini sono in cassa integrazione; alcuni un lavoro non lo hanno più perchè alcune attività hanno chiuso i battenti e non hanno più aperto. Per molti lo stipendio o una toppa mensile non è mai arrivata né arriverà. C’è chi poi, oltre a trovarsi senza lavoro e senza guadagni, ha sul groppone anche una serie di spese arretrate da rattoppare qua e là.
In questo quadro si rimettono in moto i mutui: le banca stanno già avvisando gli aquilani che dal 1° gennaio bisognerà ricominciare a pagare.
«Non dovremo pagare solo le rate del 2010», racconta Antognetti, presidente dell’associazione “Ignazio Silone”, «ma anche quelle del 2009 (da aprile a dicembre). Unico e “grande vantaggio” quello di poter restituire le 9 rate sospese a causa del sisma comodamente in 3 anni, suddivise secondo le nostre possibilità del momento. Ma non si era detto che poi le rate sospese sarebbero state recuperate dalla banca prolungando la data di scadenza del mutuo?», si domanda Antognetti. «Non si era detto che si poteva rinegoziare il mutuo originario con un altro meno oneroso?»
«Mia madre», continua il presidente, «non riusciva già prima a tirare avanti con la sua misera pensione di contadina di poche centinaia di euro, come potrebbe ora pagare un mutuo e mezzo?»
Condizione analoga per chi sta in cassa integrazione: «come si fa a pagare con i circa 800 € la famiglia ed il mutuo?»
E chi aveva comprato un locale per la sua attività ormai spacciata, oppure ricostruita con mezzi di fortuna e redditi decurtati «con che cosa se lo paga il mutuo e mezzo?»
«Vorrei sapere», continua Antognetti, «come hanno fatti i bancari a pensare, seppure per un minuto, che dal 1° gennaio per noi tutto sarà tornato normale. Spero che accada così solo per la mia banca, ma se così non fosse datemi una mano, gridiamo tutti assieme contro questa vergognosa decisione».
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