Confindustria e fondi sisma, fatti e numeri
L’Aquila – Maria Paola Iannella (Consigliere espulso Pmi Confindustria L’Aquila – Delegato espulso Pmi Confindustria Abruzzo
Amministratore Unico Metafin Srl) scrive: “I fondi sisma dei Qip e quelli del conto Rivisondoli di cui ha parlato quest’oggi il Presidente Pingue sono questioni ben separate, come lui stesso dichiara a buona ragione.
I primi appartengono ai 14milioni del “Fondo di Intervento” del Comitato Abruzzo che agisce su indirizzo/ indicazioni del Comitato di Promozione presieduto da Fabio Spinosa Pingue e costituito dalle organizzazioni locali di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. Parte di questi fondi sono i Qip parzialmente assegnati alle persone di cui è polemica.
I secondi, invece, hanno un’origine precedente. Nell’aprile 2009 fu aperto un conto alla Carispaq di Rivisondoli intestato a Confindustria Abruzzo e chiamato “Conto Ricostruzione”: su questo conto si sono mossi i 500mila euro circa destinati a supportare le imprese e di cui è la notizia di oggi. Il 28.11.2011 tale conto venne chiuso e girocontato su quello ordinario di Confindustria L’Aquila: non se ne rinviene un separato e apposito rendiconto annuale dai documenti in nostro possesso.
Su questo Agea ha cercato chiarezza quando ha dovuto far scrivere per il tramite del proprio avvocato ai componenti del direttivo e persino a Roma (19 maggio 2014): la domanda specifica era su taluni aspetti dei bilanci consuntivi relativi agli esercizi 2012, ed in particolare 2011, laddove non è dato rinvenire la posta passiva di talune partite. La risposta fu l’espulsione della società richiedente Metafin srl (26 maggio 2014)
Un terzo conto ancora è quello “Ricostruiamo la Sede” con il quale si sono supportate le spese per ricostruire la sede ad integrazione di quanto corrisposto con fondi pubblici.
Siamo sicuri che Confindustria abbia agito per il meglio di tutti ma sarebbe stato opportuno, e lo è ancora, sapere la destinazione del secondo fondo di scopo, perché non sappiamo chi sono stati i beneficiari, se i beneficiari ci sono stati e per quali importi, e perché la disponibilità si trova nel conto ordinario per cui risulta difficile, per esempio, distinguere i fondi ai quali si è attinto per le spese di cartoleria da quelli destinati allo scopo di cui alle donazioni. Insomma una situazione sulla quale non v’è motivo di non avere chiarezza.
Se la dirigenza si sente intimidita, come da dichiarazioni rese alla stampa, la Presidenza si esprima:
- in ordine ai Qip dica quali sono stati i criteri di valutazione per la prima selezione, quali quelli per la seconda e in base a quali principi i medesimi sono stati mutati in corso d’opera così come risulta dalle risposte rese dagli uffici competenti ai soggetti interessati. La nota di oggi diramata dal Comitato nazionale nulla dice in merito: la questione non attiene alla legalità, sulla quale nessuno ha eccepito alcunché, bensì su un comune senso di opportunità al quale è chiamato chiunque si ritenga adeguato all’assunzione di cariche di rilevo pubblico
- in ordine al conto ricostruzione indichi che destinazione hanno avuto i 500mila euro, nonché il criterio in base al quale sono stati girocontati sul conto ordinario, atteso che la circolare di Cipolletta emessa fin dal lontano 1998 obbliga ad un rendiconto separato
Tutto quanto sopra non offusca minimamente la diligenza e rettitudine di Confindustria, che ci sono note: se si rinvengono errori nella ricostruzione ci vengano segnalati. Rispondere oggi che è stato depositato un esposto non soddisfa alcuna domanda, anzi, la schiva di netto. Soprattutto perché l’esposto annunciato afferisce alle lettere anonime attribuite ai dirigenti, mentre le domande postulate afferiscono alle donazioni ricevute.
L’obiettività e la terzietà necessari per fare chiarezza possono venire solo da chi non è parte in causa, da chi sia estraneo nel bene e nel male al tutto, alle assegnazioni, alle malelingue, alle inchieste e via dicendo. Un regolare bando e selezione di un direttore è l’impegno al quale sono chiamati tutti gli Imprenditori: l’accettazione di una successione per ereditarietà alla dirigenza Cappelli è un’irritualità che condannerà l’Associazione”.
(Ndr) - Chi vuole, se vuole, può replicare. Avrà lo stesso spazio su questo giornale.
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