L’”Apollo buongustaio” e il torrone Nurzia


torroneL’Aquila – Anna Ventura ci invia la seguente nota: “L’Apollo buongustaio” (Roma,Pagine 2010), una bella pubblicazione romana, creata cinquanta anni fa da Mario Dell’Arco, è un classico esempio di quei libri di nicchia che vivono ad opera di un gruppo di sodali (non preclusi al fuori, naturalmente),che ne hanno devota cura: libri di piccola tiratura ma vera espressione di passione culturale ed eleganza . Nell’ “Apollo buongustaio”, come lo stesso nome suggerisce,si coniugano letteratura e cultura gastronomica, secondo una formula che fu cara a Mario Dell’Arco, e lo è ancora oggi a molti illustri esponenti della Roma profonda. Da tempo questi cari amici mi hanno accolta nella loro cerchia; ogni anno, a Natale, ho una copia dell’”Apollo” da offrire, talvolta in abbinamento col torrone Nunzia. Ciò mi ha suggerito, l’anno scorso, di scrivere una paginetta su questo nostro famoso torrone, e di proporla all’”Apollo”.
E’ stata accettata volentieri. Nel frattempo, la tragedia del terremoto ci ha , purtroppo, evidenziati agli occhi del mondo intero,per cui il mio semplice contributo (al quale si aggiungono le illustrazioni di Lea Contestabile) ha avuto un particolare rilievo . Gli amici romani non si sono limitati a pubblicare il testo e le immagini, ma hanno fatto di più: hanno dedicato l’intero volume alla tragedia aquilana. Trascrivo parte della Presentazione , a firma di Franco Onorati:
“ Dedichiamo questa edizione del nostro Almanacco” ai nostri amici abruzzesi .E non a caso il fascicolo contiene due interventi provenienti da quella amata Regione; in quello di Anna Ventura (redatto, ovviamente, prima del terremoto) c’è un passo nel quale , come in una sorta di presentimento profetico, si accenna ai vandali che distruggono L’Aquila. E un vandalo chiamato sisma , col suo ghigno implacabile, ha distrutto gran parte di quella mirabile città. Ma nel testo della Ventura cogliamo un termine che, per sua natura, convive con l’eternità: mito. Il mito dell’Aquila (così come quello del suo celebre torrone) sconfiggerà -ne siamo certi- lo sconquasso sismico. L’altra presenza aquilana è quella di Lea Contestabile, cui dobbiamo copertina e “finalini”. Ad entrambe diamo un affettuoso benvenuto, unito a un solidale augurio: la scrittura dell’una e la pittura dell’altra sono armi invincibili contro lo sconforto e la rassegnazione.”

Ecco la pagina dedicata dalla Ventura al torrone aquilano:
IL TORRONE NURZIA
Il turista che visita per la prima volta una città, verrà immancabilmente avviato a percorrere un itinerario prestabilito dagli accompagnatori, con soste obbligate presso i maggiori monumenti.
Non si può pretendere di più in spazi di tempo suggeriti da varie opportunità: tra cui quella,ovvia, di dare una risposta a chi aspetta di vedere quanto di meglio il luogo può offrire.
In questo modo, però, al viaggiatore sfuggono certi dettagli che contribuiscono a creare la fisionomia della città più dei monumenti stessi, ne indicano la sua anima segreta.
Chi visita la città dell’Aquila in maniera rapida ed essenziale non potrà conoscere i giardini che stanno oltre i muri alti delle case, i cortili che danno luce e respiro ai vecchi palazzi, le botteghe artigiane, i molti caffè dove la gente quotidianamente si incontra.
Tuttavia c’è un caffè che, per essere sulla piazza principale della città, potrà essere facilmente raggiunto dal turista fortunato: è il caffè Nurzia, detto anche caffè di Ninetto, dal nome del proprietario.
L’interno è antico, con colonne dipinte e soffitto affrescato, arredamento in stile antico:
vi si respira un’atmosfera che rimanda ad altri tempi, più raffinati, e si espande alle tante buone cose che sono esposte su tavolinetti e credenze: vini e liquori pregiati, confetture inglesi, dolci introvabili Su tutto trionfa, nelle sue belle scatole istoriate, quello che è il vanto della casa: il famoso torrone dei Fratelli Nurzia.
E’ opportuno specificare “fratelli”, perché il padrone di casa ci tiene alla precisazione, dal momento che il torrone esiste anche in altre versioni: c’è quello, ottimo anche esso, delle Sorelle Nurzia; ci sono altri torroni nati sulla scia dell’originale, che portano nomi diversi, e sono anche essi buoni.
Ma il torrone dei Fratelli Nurzia, come il caffè di Ninetto, appartengono al mito: il che non è poco, in una città che di miti quotidianamente si nutre.
Sul primo torrone Nurzia si intessono leggende : i primi realizzatori della formula magica ( che dà luogo a un impasto, a base di cioccolato, tenero, chiaro, dolce, infarcito di nocciole e avvolto in una cialda sottilissima) usavano accorgimenti particolari: tutti gli elementi costitutivi del torrone provenivano da fornitori speciali, che davano garanzia di prodotti sopraffini. Le nocciole venivano selezionate una ad una, e solo quelle perfette venivano utilizzate .
Mi sfuggono altri particolari,ma questo che ho citato vale a dare l’idea della raffinatezza un po’ maniacale che circondava la creazione del torrone: che, ancora oggi, viene quotidianamente confezionato nel retro del caffè di Ninetto.I curiosi non sono graditi; ma so che mio nipote, bambino di sette anni, qualche volta è riuscito a intrufolarsi, e a sottrarre qualche pezzetto buono.
Nel retro, tutta la famiglia sorveglia attentamente la creazione del prodotto, che poi viene venduto al banco.
Il padrone di casa, Ninetto, probabilmente non lavora di braccio, ma è parte fondamentale dell’atmosfera. E’ un uomo di gusto e di parola vivace, sempre acceso contro le brutture e le volgarità che inquinano la città.
L’aquilano doc ha due passioni: l’amore per l’Aquila e l’odio per i vandali che la distruggono: è una lotta impari, perché i vandali si nascondono sotto le più svariate spoglie, e non è facile rimuoverli.
Il turista non potrà sapere d’acchito tutte queste cose, ma capterà l’atmosfera, ammirerà la grazia del luogo, la bontà del prodotto.
Appena uscito dal caffè, si troverà nella piazza con le sue tende e le sue bancarelle strapiene,il famoso mercato che alcuni vorrebbero rimuovere. E sarebbe un errore: i monumenti che affacciano sulla piazza ne sarebbero, forse, valorizzati, ma si perderebbe un luogo che dice molto dello spirito della città.
Quanto al torrone, è bene acquistarlo proprio al caffè Nurzia, col profumo di buono che esala dal laboratorio dietro le quinte, e le grida dei mercanti che vengono dalla piazza.

P.S. Questo testo fu scritto l’anno scorso, quando il sisma del 6 aprile 2009 non aveva ancora sconvolto la città dell’Aquila . Lo storico Caffè Nunzia è stato danneggiato gravemente, come tutto il centro cittadino, ma non è caduto. Si spera in un restauro che lo restituisca al più presto alla città, che oggi più che mai ha bisogno di ritrovarsi nei luoghi, nelle consuetudini, nelle persone che ,nel tempo, le hanno conferito una fisionomia inconfondibile , che nessun a calamità riuscirà a sottrarle (


04 Dicembre 2009

Categoria : Cultura
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