Adriatico, si perfora in area croata
Noi qui a litigare, a sollevare problemi, riempire scartoffie e pagare avvocati di grido incaricati di ricorsi e altre diavolerie. Altri a breve distanza da noi, in area croata, avviano la produzione petrolifera in giacimenti dell’Adriatico. Esattamente, il giacimento Izabela, Corazia.
A bucare i fondali marini è l’italiana Edison S.p.A.
E’ stata fondata nel 1884 ed è la più antica società europea nel settore dell’energia. Oggi, in Italia, Edison è un’azienda di rilevanza nazionale nei settori dell’approvvigionamento, produzione e vendita di energia elettrica, gas e olio grezzo.
Nel settore energia elettrica Edison è uno dei principali produttori in Italia (6,7% della produzione nazionale) e in Grecia (circa 12% della produzione nazionale). Possiede un parco produttivo che comprende impianti a ciclo combinato a gas (CCGT), idroelettrici, eolici, solari e a biomasse. Questo si legge su Wikipedia.
L’inizio dello sfruttamento dei giacimenti in fondo all’Adriatico ci riguarda: in qualche modo li condividiamo. I giacimenti sono nei fondali marini (un mare basso, l’Adriatico, almeno fino ad Otranto) che hanno estensioni territoriali notevoli, quindi possono spingersi anche molto vicino alle nostre coste. Se mai dovessero esserci effetti collaterali negativi, conseguenze sismiche (ma gli scienziati dicono di no), riguarderebbero equamente la Croazia e anche noi, suoi dirimpettai.
Solo che loro perforanno ed estraggono, noi no.
In pochi anni la Croazia diventerà una potenza petrolifera di primo piano, almeno in Europa. E magari ci venderà i carburanti che il nostro ambientalismo e la nostra spaventosa ipocrisia politica, incapace di assumere decisioni, ci hanno impedito di estrarre.
E’ questa la situazione, ad oggi. Un altro capitolo di inerzia e di debolezza di cui dovremo pentirci, come con i rifiuti. Siamo rospi alle sassate, come si diceva una volta senza sbagliare di molto.
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