Vigilanza, le tre carte e la casta
L’Aquila – (di Sara Marcozzi, capogruppo M5S alla Regione, foto) – Nei giorni scorsi abbiamo assistito alla volontaria estromissione della prima forza politica di opposizione, il M5S, dall’Ufficio di Presidenza. Estromissione voluta e garantita dai voti della maggioranza di centro sinistra che prestati al centro destra per donargli sia un Vice presidente(FI) che un Segretario (NCD). Resta da decidere l’altro ruolo importante e di garanzia (per i cittadini) quello della Presidenza della Commissione di vigilanza.
E’ di ieri la notizia che il PD avrebbe depositato una proposta di modifica del Regolamento e una dello Statuto per consentire di ampliare la composizione dell’Ufficio di Presidenza, nello specifico si parlerebbe di un altro posto da Segretario che entrerebbe a mezzo “nuova elezione ad hoc” nel già costituito Ufficio di Presidenza con ciò dimostrando – a detta del consigliere piddino D’Alessandro – che «nessuno ha mai escluso nessuno, anzi, abbiamo rifiutato ogni forma di inciucio, lasciando libertà di voto ai consiglieri regionali. Preso atto dell’esito della composizione dell’Ufficio di Presidenza, ci siamo fatti carico di modificare il regolamento che era stato immaginato per un sistema bipolare. Ora mi auguro che tutti si mettano a lavorare».
L’augurio del M5S è altro, lavorare si ma lavorare bene! E forse i consiglieri D’Alessandro, il capogruppo Mariani e gli altri firmatari della proposta di modifica avrebbero fatto meglio a prendere un profondo respiro, riflettere e valutare anche le conseguenze pratiche di detta proposta di modifica e non solo quelle mediatiche.
Qualche piccola osservazione sulla proposta di (finta) “buona volontà” del PD. La prima riflessione che va da sé è: perché inserire un terzo Segretario e non anche/invece un terzo Vice-Presidente? Ma tralasciando questo aspetto – ben altre sono le evidenti criticità della avventata proposta di modifica del PD, lungaggini (doppia approvazione a distanza di almeno due mesi per lo statuto) e retroattività in primis – rileviamo come i criteri di composizione dell’Ufficio di Presidenza nulla abbiano a che vedere con il bipolarismo o con il bipartitismo, come sostenuto da D’Alessandro. Hanno a che fare con i concetti di maggioranza e opposizione.
Nelle attuali condizioni, l’Ufficio di Presidenza adotta le sue deliberazioni a maggioranza dei voti (art. 13. comma 2, regolamento), e dal momento che non c’è rappresentanza proporzionale tra maggioranza e opposizione, si potrebbe verificare il caso di una votazione due a due (Pres + Segretario maggioranza / Vice Pres + segretario opposizione). In tale evenienza il voto del Presidente prevale, vale il doppio rispetto a quello degli altri. In tal modo viene garantito il volere della maggioranza in assenza di proporzionalità.
Con la proposta di modifica del Regolamento proposta dal PD – un segretario in più – tale meccanismo verrebbe sovvertito e le opposizioni avrebbero la maggioranza in seno all’ufficio di Presidenza. Rumors sulla proposta di modifica vedrebbero l’ufficio di presidenza ampliarsi di due unità ossia “un segretario per ogni forza politica di opposizione rimasta esclusa dall’ufficio di presidenza”. Allo stato attuale, dunque, un segretario al M5S e uno ad Abruzzo Futuro: ergo 4 per le opposizioni e 3 per la maggioranza (e il voto del Presidente vale doppio solo in caso di parità). Quindi, per pareggiare, bisognerebbe prevedere l’elezione di due altri segretari per la maggioranza. In tal caso però le forze politiche escluse dall’ufficio di presidenza sarebbero 4: SEL, Abruzzo Civico, Centro Democratico e Regione Facile. Due verrebbero comunque escluse. E per quale motivo, se tutte le forze di opposizione hanno diritto ad essere presenti? E con quale meccanismo elettorale si sceglierebbero i due di maggioranza? E poi, perché aumenterebbero i segretari e non i vice presidenti?
Insomma, ci risiamo. Ancora una volta siamo costretti ad assistere al gioco delle tre carte del PD: puntare nel breve periodo a regalare anche la Vigilanza alla non-opposizione di CDX, nel medio periodo illudere del contentino gli sprovveduti grillini e infine verificare, nel lungo periodo, magari in sede di Giunta per il Regolamento o di Collegio per le Garanzie Statutarie (che ne valuterebbe la legittimità, se richiesto da un terzo del consiglio), che quella proposta di modifica è inattuabile.
O forse, semplicemente, i piddini non hanno approfondito le conseguenze che avrebbe comportato la modifica proposta, in ogni caso, hanno fatto male i conti.
Il partito unico se ne faccia una ragione. Il M5S dovrà vedersi assegnata la Presidenza della Commissione di Vigilanza in modo da assicurare la rappresentatività della seconda forza politica in assoluto (nonché prima di opposizione con il 21,3% dei voti) all’interno degli incarichi di controllo. Il M5S è l’unica forza credibile per l’incarico di vigilanza, ricordando che la maggior parte dei consiglieri di cdx in carica risultano attualmente indagati per peculato, truffa aggravata, e falso dalla Procura di Pescara nell’inchiesta sui rimborsi delle missioni istituzionali! Quella famigerata inchiesta – tutto da verificare, per carità, siamo fiduciosi nella magistratura che certamente farà chiarezza – su tanti assessori indagati per aver goduto di un lungo elenco di alberghi a cinque stelle, voli transoceanici, mogli, amanti e spese pazze tutto con la carta di credito regionale.
Ricordiamo, infine, che il futuro Presidente a 5 stelle rinuncerà all’indennità mensile aggiuntiva di circa € 2.000. Il M5S non è certo a caccia di poltrone. Il partito unico se ne faccia una ragione e compia, per una volta, un gesto di responsabilità in favore dei cittadini abruzzesi e non – come ahinoi ci ha abituato – sempre e solo in favore dell’autoconservazione della casta!
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