Faletti: spaccato di un uomo tra ironia e forza di volontà
(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). Giorgio Faletti, altra icona dello spettacolo a lasciarci, era riuscito, esattamente un anno fa, a spiegare la sua passione per il pubblico: «Quando si gira un film poi è il botteghino che dice se il film ha successo; quando si scrive un libro sono le classifiche, le notizie che arrivano dalle librerie. Lo spettacolo dal vivo, con il pubblico presente, reale, vivo, vero, di persone che abitano il mondo come lo abita l’artista, è un momento indescrivibile, qualcosa che non ha prezzo, non ha pari. E mi sono reso conto, nel momento in cui sono risalito su un palco dopo tredici anni, che questa cosa mi è mancata terribilmente».Faletti si è sempre presentato come un artista poliedrico, personaggio tv, cabarettista, cantante, sceneggiatore, attore cinematografico e scrittore. Tutti ricorderanno lo strepitoso successo del romanzo ‘Io uccido’, un vero e proprio caso editoriale, passando attraverso il successo ottenuto sul palco di Sanremo con il brano ‘Signor tenente’, tanto che lo stesso regista Tornatore lo volle nel suo film ‘Baarìa’, senza dimenticare i fantastici anni ottanta con i protagonisti di ‘Drive In’.Nato ad Asti nel 1950 , artista eclettico fin da subito, mostra l’ironia quale suo tratto distintivo, vincendo molte battaglie, in particolare quelle legate al pregiudizievole mondo dello spettacolo, intenzionato a relegarlo al ruolo di comico per il piccolo schermo, mettendo a tacere chi non credeva nel suo talento da romanziere. Una sconfitta, alla fine, purtroppo è arrivata con la malattia, che lo ha portato via all’età di 63 anni, dopo un ricovero alle Molinette di Torino. Gli amori di Faletti ? Naturalmente la cucina, la musica e la risata. Poco prima di morire, su Twitter, tutto il suo sfogo: “a volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore. L’incertezza è pura agonia”. Laureato in giurisprudenza, meno incline alla professione forense, molto più a lanciarsi verso la strada tortuosa dello spettacolo, agli inizi degli anni settanta Faletti percorre la carriera come cabarettista nel locale milanese Derby. In televisione arriva prima ad Antenna 3 e poi, nel 1983, al fianco di Raffaella Carrà a “Pronto Raffaella”. Poi arriva il grandissimo successo della trasmissione di Antonio Ricci “Drive In”, dove interpreta diversi personaggi, anche se quello che riscontra il maggior gradimento del pubblico è quello di Vito Catozzo. Con la fine degli anni ottanta scopre una sua vena più malinconica, dove è possibile vederlo nella serie televisiva Colletti Bianchi, curandone anche la colonna sonora. La seconda fase della sua carriera professionale caratterizza Faletti in qualità di cantante, nonchè autore di canzoni. Nel 1992 lo vediamo a Sanremo, anche se il vero successo lo raggiunge nel 1994 quando si classifica secondo sul palco dell’Ariston, vincendo anche il premio della critica, con la canzone d’impegno sociale “Signor Tenente”, brano ispirato alle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Il prolifico Faletti è anche autore per artisti come Mina, Milva, Gigliola Cinquetti e Angelo Branduardi. Il 2002 è l’anno della narrativa, sorprendendo tutti, pubblico e critica, con il primo thriller d’esordio, “Io uccido”, un successo da oltre 4 milioni di copie, seguito nel 2004 con il secondo romanzo “Niente di vero tranne gli occhi”, che vende tre milioni e mezzo di copie. La fortunata carriera di autore di bestseller noir spicca così il volo, vedendolo raccogliere successi in tutto il mondo, cosa rara per un autore italiano. Attraverso le sue ultime parole, è possibile riconoscere lo spirito che lo animava, quello stesso animo combattivo che, suo malgrado, lo aveva costretto ad annullare tutti gli impegni con un messaggio postato sul suo sito ufficiale. «Cari amici, purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia» aveva scritto, spiegando di aver dovuto «rinunciare alla pur breve tournée per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo». Martedì prossimo saranno celebrati i funerali presso la Collegiata di San Secondo ad Asti.
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