La grande distribuzione a Scoppito
Scoppito – La grande distribuzione, che tanto piace ai consumatori, arriva anche nelle periferie aquilane, dopo aver dilagato a dismisura nel territorio comunale, ormai più che saturo. Prima del 2009, come oggi a cinque anni da quel momento tragicamente storico per la comunità , i supermercati erano dappertutto, oggi lo sono ancora di più. Ed è melanconicamente soltanto a loro affidato il compito di coesione e ripristino di una qualche parvenza di socialità cittadina…
Una situazione, comunque, che difficilmente si concilia con le giaculatorie e i lamenti del piccolo commercio, oggi ridotto all’angolo, o del tutto cancellato. Domani apre a Scoppito, ma si può tranquillamente dire a L’Aquila, un nuovo centro commerciale di discrete dimensioni, che ha dato – viene dichiarato – una decina di posti di lavoro.
Il sindaco è contento, come si legge sui giornali.
Bisognerebbe anche vedere quali posti di lavoro e a quali condizioni, ma questo è compito dei sindacati di categoria, come sempre in questo settore del tutto silenziosi. Offerte speciali anche nel campo del lavoro? Staremo a vedere.
La zona scelta è commercialmente ottima. Periferia aquilana ormai sovrappopolata grazie alla new town a macchia di leopardo anche in quella zona. Vicinanza con Scoppito, che non è certo un comune povero né spopolato. Frazioni e altri centri poco distanti. In tutto, parecchie migliaia di potenziali clienti che saranno ben contenti di non dover più percorrere molti chilometri nel traffico impossibile ed estenuante della città , sempre peggiore, per arrivare ad un centro commerciale: quello dominante e grande dell’Aquilone.
Questo è il solo segno di “crescita” o di rinascita della città ; porte aperte a chi viene da fuori, sicuramente ben accetto dai consumatori, non certo per portare benessere, bensì per fare affari.
Bisognerebbe ricordare che a questi investitori, le cui dimensioni e la cui forza sono ben note, andrebbe chiesto, se non imposto, di usare il più possibile prodotti locali, specie nell’agroalimentare. Ma sarebbe come parlare nel deserto o riesumare don Chisciotte. I mulini a vento, oggi, portano le insegne della commercializzazione di massa, sicuramente talvolta conveniente. Ma per chi la esercita. Molto di rado anche per chi acquista.
Scomparse nel nulla le tracce – sempre labili – di un grande insediamento progettato anni fa a sud, lungo la 17 verso Poggio Picenze. Potenze occulte ne stroncarono gli accenni vitali prima ancora che emettesse flebili vagiti. E scomparve, appunto, nel nulla. Faceva ombra prima di alzare la minima impalcatura o di accendere i motori degli scavatori. A Scoppito, invece, porte aperte e persino qualche applauso. Pubblicità per tutti, e quindi tutti contenti e sorridenti.
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