Camorra, il sindaco: “Altro che cialentate…”
L’Aquila – Qualcuno, sempre in ossequio alle regole della politica peggiore, attenta solo a demolire e colpire gli avversari senza curarsi dei cittadini, le chiamò “cialentate”. Erano le forti prese di posizione, le dichiarazioni senza flemma, sanguigne, le lettere al presidente della Repubblica, le grida perchè’ la ricostruzione passasse sopratuttto per L’Aquila e non fosse tutta e sempre decisa e governata (abbiamo visto come) da fuori.
Il sindaco Cialente torna, nel furore dell’inchiesta sui Casalesi tanto ben ammanigliati da queste parti per anni, in un intervento nel Tg3 Rai Abruzzo, a ricordare le iniziative, le previsioni, gli allarmi, gli ammonimenti da lui e da altri politici aquilani diffusi anche con … altoparlanti. Attenti, ci sono rischi, ci sono potenze oscure capaci di infiltrarsi, di avvelenare, di mungere i soldi della ricostruzione. Allarmi, dice Cialente, sempre caduti nel vuoto sia a livello regionale che di governo centrale. La ricostruzione era commissariata, le autorità locali avevano poche o nulle competenze e possibilità è di esserci, di dire la loro.
Anzi, si continuava ad assicurtare che le infiltrazioni malavitose non c’erano, avvenivano solo episodi… Invece c’erano, arrivavano dalla terra della camorra, dai fuochi casalesi, e trovavano anche terreno fertile. Tant’è che è successo quel che è successo.
Da due anni magistrati antimafia e finanza indagavano, registravano, filmavano, spulciavano carte e comunicazioni informatiche. In due anni migliaia di lavoratori “importati” senza mai dare occupazione a quelli locali e alle imprese fuori dal giro. Importati per essere spremuti, estorti e depredati dei loro guadagni. Nel Casertano i Casalesi facevano soldi, ma non solo nel Casertano e non solo loro.
Ora il bubbone è scoppiato gettando schizzi di fango, che peraltro non sono certo esauriti. Si continua a indagare, controllare, verificare cantieri e non solo.
L’inchiesta va avanti e chi sa dove porterà . I Casalesi a L’Aquila non hanno certo agito da soli… Cialente torna a parlare di allarmi dati e a suo tempo ignorati, quasi considerati con fastidio, come fantasie di un sindaco logorato dagli eventi. Subappalti, appalti venduti, regole confuse e ciarlatane inventate apposta di sperperare soldi, tuffarsi nelle emergenze, lucrare, aggirare controlli e sbandierare sempre la stessa cosa: lavori privati, sai com’è… Sì, ma soldi pubblici, sai com’è? Ora lo sappiamo meglio tutti. E sullo sfondo sempre gli stessi personaggi, sempre gli stessi a tenere stretto il controllo di tutto. Progetti privati finanziati e mandati avanti – magari velocemente – senza neppure stabilire prima: demolizione o riedificazione antisismica?
Oggi davanti al Gip Grieco gli imprenditori Di Tella (campani da anni operativi e ben introdotti a L’Aquila) e il tecnico Bianchini. Interrogatorio di garanzia.
Non c'è ancora nessun commento.