C.A.S.E., Prc ha dubbi sulle assegnazioni


Case Preturo 20 lug 09 4L’Aquila – Dubbi ne hanno sempre nutriti tutti, dalle prime assegnazioni, negli elenchi delle quali comparivano single e famiglie di due persone, qua e là, mentre ai più si raccontava che le assegnazioni delle case antisismiche riguardavano solo famiglie più numerosi. L’argomento finì sui giornali e … lì rimase, perchè nè Protezione civile, nè Comune, nè altri fornirono spiegazioni. Un metodo molto spalmato nella vicenda terremoto a L’Aquila. Ora dubbi ne ha anche Rifondazione comunista. Il segretario Fabio Pelini scrive: “Che le amministrazioni locali fossero state marginalizzate dall’autoritarismo centralizzato del Governo era cosa nota; arrivare a negare a degli eletti dal popolo l’accesso ad atti inerenti la propria comunità ha davvero del sorprendente.
Eppure, è proprio ciò che è accaduto. Molti ricorderanno la discussione in consiglio comunale durata settimane per fissare i criteri per l’assegnazione degli alloggi del progetto C.A.S.E.: si discusse di nuclei monoparentali, di figli a carico, di disabilità, di anziani, di reddito, di lavoro, finanche di aquilanità e diritti di proprietà. Dibattito intenso e vivace, peccato fosse anche sostanzialmente inutile, visto che quali siano stati i criteri adottati dal Dipartimento della Protezione Civile per stilare la graduatoria resta tuttora un mistero.
Denunciammo fin da subito le palesi incongruenze presenti negli elenchi: decine di codici fiscali (e quindi persone) presenti in più nuclei familiari, assegnatari con casa classificata B, presenza di molti single, mentre famiglie numerose erano rimaste fuori. Chiedemmo la pubblicazione della graduatoria per sgombrare il campo da veleni e sospetti e dare la possibilità a tutti – secondo elementari principi di trasparenza – di verificare eventuali errori ed omissioni.
Decine di cittadini con lettere alla stampa locale e accorati appelli sui blog cittadini chiedevano di esercitare un loro diritto sacrosanto. Ma nessuno si è sentito in dovere di dare una risposta, evidentemente perché c’era qualcosa da nascondere.
Persino di fronte alla richiesta esplicita di 4 consiglieri comunali, Bertolaso sceglie la strada di un discutibile distinguo giuridico e dice sostanzialmente che non è competenza degli eletti dal popolo ficcare il naso negli atti dello Stato e che nessuno, dunque, lo può giudicare. Roba da terzo mondo!
Di fronte a questo muro di gomma, siamo determinati ad andare fino in fondo, anche ricorrendo alle vie legali e portando la nostra protesta sabato per le strade di Roma al “NoBerlusconiDay” per denunciare la protervia di chi vuole ridurci a sudditi.


02 Dicembre 2009

Categoria : Cronaca
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