Paolucci, l’uomo della svolta sanitaria?

L’Aquila – Le deleghe ancora non ci sono, ma in realtà ci sono nel senso che sono al 90% decise. Il presidente D’Alfonso ha le idee ben delineate e forse martedì assegnerà compiti e competenze alla nuova giunta “leggera” di sei assessori. Leggera come il consiglio regionale edizione 25 maggio 2014, che è stato ampiamente sforbiciato (lo decise l’assemblea decaduta) e reso snello. Nonché meno costoso, il che non guasta affatto. Meno consiglieri e meno assessori significano subito meno stipendi (stipendioni) e meno portaborse o aiutanti o staffisti come volete chiamarli. Questo è quello che gli abruzzesi sperano con fervore scettico, visto il passato.
L’uomo chiave della giunta è l’assessore al bilancio e alla sanità, che ha il volto giovane di Silvio Paolucci, foto, colui che portò il PD abruzzese al successo con una gestione garbata e, evidentemente, proficua per i cittadini elettori. Oggi Paolucci è investito delle deleghe alla sanità e al bilancio, è un uomo importante nel governo D’Alfonso. Perché lo capisce pure uno che di politica non sa nulla. La sanità assorbe poco meno dell’80% del bilancio regionale: non sono bruscolini, ma pacchi e pacchi di milioni di euro.
In cambio, la gente ha diritto di avere una sanità funzionante, con le eccellenze necessarie, ma soprattutto una generale, capillare virtù operativa. Deve girare come un orologio svizzero alimentato ad energia solare. Chiodi, a suo tempo, diede un buon impulso alla sanità e ai suoi conti. Oggi Paolucci ha idee precise e le fa conoscere tramite la tv: riorganizzazione della sanità abruzzese e della rete ospedaliera, pochi mesi ancora al commissariamento, una ASL unica, via i manager. La ramazza comincia a riscaldarsi fin da ora. Se sarà una vecchia cara scopa di saggina o un aspiratore elettrico ronzante, lo vedremo. Le buone intenzioni il Paolucci quasi assessore ce le mette tutte e da subito. Poiché ha fatto bene quel che ha fatto fino ad oggi, è possibile anche credergli.