Ricerca sull’inquinamento atmosferico: lo smog influirebbe negativamente sulla memoria


(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista) . Lo smog si manifesta principalmente nei grandi centri abitati e in quelle aree densamente industrializzate, provocando un livello di inquinamento atmosferico nocivo per la salute dell’uomo, degli animali e della vegetazione. La parola “smog” deriva dalle parole inglesi “smoke” (fumare) e “fog” (nebbia) ed è alla base del peggioramento della qualità dell’aria che si sviluppa soprattutto in estate, durante la quale le sostanze inquinanti presenti nell’aria stessa sono così elevate da creare una foschia fitta di colore giallastro che offusca il sole e colora il cielo. Il principale indiziato quando si parla di smog è l’ozono, un gas presente allo stato naturale nell’atmosfera, utilissimo ed indispensabile negli strati alti di quest’ultima, in quanto capace di schermare gli esseri viventi dalle nocive radiazioni ultraviolette del sole, ma se presente a livello del suolo, molto pericoloso, in quanto esso è un gas irritante e aggressivo in grado di penetrare in profondità nei polmoni, provocando danni al suo tessuto e infiammazioni estese. Le principali conseguenze legate all’esposizione diretta allo smog, sono ovviamente dannose per la salute. Tuttavia è facile riconoscerne i principali e più comuni sintomi: bruciore agli occhi, irritazioni alla gola; reazioni infiammatorie nelle vie respiratorie; riduzione delle funzioni polmonari;riduzione delle prestazioni fisiche. Alcuni fattori sono in grado di aumentare la possibilità di constatare problemi alla salute dovuti all’inquinamento ambientale: ciò avviene in presenza di un’alta concentrazione di smog e dall’eccessiva esposizione ad esso. Oltre agli effetti conosciuti sul sistema cardiocircolatorio e su quello respiratorio lo smog potrebbe avere anche un ruolo nella perdita di memoria e facolta’ cognitive associata all’eta’. Lo afferma uno studio della University of Southern California pubblicata dal ‘Journal of Gerontology’. I ricercatori hanno tratto le informazioni da una ricerca iniziata nel 1986, da cui hanno selezionato 780 partecipanti sopra i 55 anni di eta’. Le funzioni cognitive sono state misurate con test matematici e di memoria, e i partecipanti catalogati in base agli errori commessi. I risultati sono stati confrontati con l’esposizione agli inquinanti, soprattutto alle polveri ultrasottili, le cosiddette pm2,5, ed e’ emerso che chi vive in aree fortemente inquinate ha un numero di errori 1,5 volte maggiore rispetto a chi vive in aree senza smog. “Questi risultati – scrivono gli autori – sottolineano la necessita’ di politiche contro l’inquinamento atmosferico”. Spostandosi il più possibile a piedi, in bicicletta o utilizzando i mezzi di trasporto pubblici, riducendo gli spostamenti in macchina solo quando sono strettamente necessari, condividendo gli spostamenti in automobile con più persone, spegnendo il motore del mezzo di trasporto quando si è fermi, si può contribuire a ridurre i rischi alla base del continuo peggioramento della salubrità dell’aria che respiriamo nei centri urbani particolarmente esposti allo smog. Naturalmente tutto questo potrà avvenire solo quando ci sarà una reale presa comune di coscienza finalizzata a non immettere fonti pericolose d’inquinamento nell’atmosfera, cosa che prevede un impegno politico internazionale bipartisan attraverso il rispetto di specifici protocolli da rispettare, ivi comprese le energie eco-sostenibili alternative, la realizzazione di piste ciclabili, l’incentivazione effettiva a scegliere mezzi rispettosi dell’ambiente a prezzi ragionevoli, un’educazione permanente nelle scuole fin dall’infanzia.


21 Giugno 2014

Categoria : Salute & Benessere
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