Curia perquisita, misteri e bocche cucite
L’Aquila – (Foto: l’attuale sede della Curia a Campo di Pile) – Curia perquisita. La notizia esplode in mattinata, e trascorrono le ore, fino a sera, senza smentite. Arriva solo una dichiarazione del monsignore che affiancò l’ex vescovo Molinari. D’Ercole è il suo nome, oggi vescovo ad Ascoli. Dichiarazione che potete leggere su questo giornale, altrove, e che respinge sdegnosa ogni ipotesi di intrallazzo: parole usate da D’Ercole. Non intrallazzatore, ma pastore di anime e pecorelle più o meno smarrite.
Curia perquisita, dicevamo. Alle 20 tutto tace, la Curia non fa sapere nulla e si sa di giornalisti che sono stati sbrigativamente respinti quando hanno tentato di sentire il vescovo in carica Petrocchi. Si è scelta la via del silenzio. Dunque due certezze: la Curia non è indagata, ma gli inquirenti ritengono che alcune sue carte siano da esaminare, e le prelevano. In passato, l’inchiesta prese in pieno un prete, ma tra i venti indagati del fascicolo Betrayal – quello espolso ieri con arresti anche eccellenti – non ci sono, almeno per ora, preti o altri esponenti del clero, attuali i precedenti gli attuali. L’inchiesta, tuttavia, non è certo finita e nulla fa pensare che i nomi sulle carte dei giudici (i registri degli indagati, secondo il linguaggio cronistico) restino venti. Sotto le cupole sfondate o rattoppate delle chiese aquilane ferite (almeno due volte, a quanto pare…) serpeggiano paure, episodi nascosti, bramosìe poco celestiali, trame e appetiti di denaro. Staremo a vedere. E, se ci riusciremo ancora, ci stupiremo?
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