Marco, il sindaco puntuale ed emozionato

Pescara – PRIMO GIORNO DA NUMERO UNO E IL PREDECESSORE GLI OFFRE IL CAFFÈ –
(di STEFANO LEONE)
E’ arrivato puntuale e lo avevano già avvertito che l’attesa era notevole. Lui, Marco Alessandrini, stava andando ad affrontare il momento più emozionante del dopo campagna elettorale: la proclamazione di Sindaco della città da parte del Presidente della Sezione Civile del Tribunale di Pescara, Angelo Bozza. Volto sorridente ma visibilmente emozionato. L’adrenalina in quei momenti era davvero notevole. All’arrivo nell’aula consiliare ovvia e prevedibile ressa attorno a lui. Microfoni, telecamere e taccuini non si contavano. Dopo i primi momenti di ressa, la calca cercava la coordinazione e sono cominciate le prime dichiarazioni. Intercettarlo non è stato facile. Ecco cosa ci ha detto.
- Sindaco, cinque anni passati nelle stanze di questo palazzo eppure oggi lei sembra un bimbo con il grembiule nuovo al primo giorno di scuola. E’ significativo questo perché vuol dire che sente la responsabilità del ruolo diverso.
“E’ molto, molto diverso. Cinque anni passati in queste stanze, se pur impegnativi e significativi, erano però condivisi con i colleghi dell’opposizione. Oggi, sono entrato qui con la maglia numero uno e dovrò essere io a dettare strategie e progetti. E’ molto diverso.
- Secondo lei cosa si aspetta Pescara da questo cambiamento?
“Pescara si aspetta ciò che le è mancato nei cinque anni precedenti: la possibilità di sentirsi a casa nelle stanze di questo palazzo. Pur apprezzando umanamente il mio predecessore che riconosco come persona onesta e leale, non condivido la condotta avuta nei confronti di una città che urlava il suo disagio nel vivere la lontananza dall’amministrazione comunale”.
- Dica la verità, quando si è seduto su quella sedia a chi è andato il pensiero?
“A mio padre, senza dubbio; poi alla mia famiglia e a tutti colori i quali in questi medi di dura disputa politica mi sono stati vicini”.
- Adesso, però, passata l’onda dell’emozione, arriveranno i tempi più difficili: quelli del lavoro per amministrare una città non semplice.
“Si, vero. Ora bisognerà mettersi a lavorare per la città e per i cittadini. L’agenda è piena di appuntamenti di rilievo. Mi consola il fatto che cinque anni di opposizione faranno sentire il peso dell’esperienza che, unita alla passione e dedizione nell’interpretazione del nuovo ruolo, mi daranno spunto per cercare le soluzioni più adeguate”.
- Sente di dover ringraziare qualcuno al di sopra di ogni altro?
“Guardi, non voglio fare classifiche poiché rischierei di non fare le cose giuste. Fatta salva la famiglia che ha sempre comprensione e pazienza, il mio ringraziamento va a tutti coloro, nessuno escluso, che mi ha supportato fin qui e ha creduto in me”.
- A Pescara, durante la campagna elettorale, sono venuti due sindaci, Pisapia Sindaco di Milano e Emiliano Sindaco di Bari. Quest’ultimo, a lei particolarmente affezionato anche per il ricordo dell’amicizia che aveva con suo padre. Insomma, Emiliano è stato un suo fortissimo sostenitore. Lo ha sentito dopo l’elezione?
“Ho ricevuto talmente tanti attestati di stima e simpatia che sono stato travolto. Con Michele Emiliano mi riservo di invitarlo a Pescara ancora una volta per ringraziarlo personalmente. Lui è affezionatissimo a Pescara; non mancheremo di abbracciarci come abbiamo fatto durante la campagna elettorale”.
- Marco Alessandrini Sindaco, cosa vuole dire alla sua città per salutare?
“Voglio dire che sono votato all’ascolto delle esigenze dei cittadini e delle imprese. Io in prima persona, insieme ai miei collaboratori, siamo pronti e carichi per affrontare, uno alla volta, i problemi dei quali la città sente il peso e cercare le soluzioni per risolverli”.
- Sindaco, qualcuno di antica memoria diceva che il potere logora chi non lo ha. Ora che lei lo ha cosa ne farà?
“Lo userò per risolvere i problemi della nostra città”.