Tanto rumore: ci sono cinghiali e cinghiali?
Ofena – (Foto: un recinto anticinghiali, pericoloso per animali e persone, e un campo di mais ai confini del Parco Gran Sasso, distrutto dai cinghiali) – Un cinghiale sulla spiaggia? Non è un caso raro, dice chi se ne intende, e neppure l’animale (certo terrorizzato) doveva essere crudelmente torturato ucciso, facendone un osceno trofeo: cercava solo di mangiare qualcosa e di sopravvivere. Spinto sull’Adriatico non certo per trascorrervi il week end.
E’ che il problema è ben più grande, va affrontato e risolto nel modo più efficace e civile, e non con i proclami del presidente della Provincia, che oggi è per l’uccisione di questi animali, ma perchè sono arrivati quasi a casa sua, a Celano… Prima, dei cinghiali si era mai accorto?
La politica abruzzese è quella di sempre, cioè improduttiva, inadeguata, ciarliera e qualche volta emotiva e in cerca di titoli sui giornali.
Scrive Dino Rossi (Cospa Abruzzo): “Tanto rumore per un cinghiale arrivato in spiaggia, ma nessuno parla dei danni che questi animali arreca all’economia agricola e alle casse della regione Abruzzo, per colpa di chi non vuole applicare la Legge e si continua a sbagliare arrecando danni alla comunità ed alla stessa fauna selvatica. I cinghiali in Maremma, come in Liguria, da sempre arrivano sulla spiaggia, ma sui campi coltivati si attua l’abbattimento selettivo e la loro carne venduta ai turisti. Non si sa per quale motivo sono stati sentiti personaggi di comodo per la scomoda vicenda del cinghiale soppresso nei pressi della spiaggia adriatica e, non è stato chiesto il parere di chi da anni ha sollevato il problema facendo azioni di forza contro le istituzioni, per il dilemma cinghiale.
In primo luogo trovo ingiusto l’abbattimento dell’animale, in quanto non dava fastidio a nessuno e nemmeno danneggiava i campi coltivati, visto che in spiaggia non vi è nessun tipo di coltivazione in atto. Perché tanta cattiveria verso un animale affamato che si è spinto fino al mare in cerca di cibo? Si continua a sbagliare dando indicazioni di innalzare recinzioni, come quelle situate nel comune di Castel del Monte ricadente nella zona parco Gran Sasso Monti della Laga, come da foto allegata.
Una recinzione pericolosissima visto gli spuntoni di ferro che avanzano, i quali potrebbero infilzare chiunque tenta di scavalcarli, da persone, cervi, caprioli e lupi. Senza contare il danno che di riflesso arreca alla fauna selvatica, causando una scarsità di cibo, tanto da spingere i cinghiali ed altri animali onnivori, orsi compresi fino alla spiaggia, percorrendo i letti dei fiumi. Per non parlare della concentrazione degli animali che per nutrirsi distruggono gli altri campi sprovvisti di recinzione. Recintare tutti i terreni è praticamente impossibile, diventerebbe come una specie di labirinto, tanto da costringere gli agricoltori all’abbandono delle coltivazioni e nel contempo ogni specie animale, a flotte arriverebbero nella spiaggia adriatica. Il problema cinghiale e della fauna selvatica è dovuto ad una politica ignorante, basata solo sui consensi dell’elettorato e non sui provvedimenti da adottare per il caso specifico.
Esiste una Legge nazionale, che regolamenta la fauna selvatica, alla quale nessuno vuole far riferimento per non scatenare polemiche, per non perdere i consensi. La regione e la provincia attraverso la legge 157/92 art. 19 che si riporta integralmente:(2. Le regioni, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica.
Qualora l’Istituto verifichi l’inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento. Tali piani devono essere attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali). Sono venti anni che esiste il problema cinghiale, tanti soldi spesi per il risarcimento agli agricoltori, contemporaneamente è stata compromessa la vita dell’orso marsicano, ad oggi nulla è stato fatto, nonostante la Legge nazionale sul regolamento della fauna selvatica sia molto chiara. Nel caso specifico si sta valutando di inoltrare una denuncia verso gli enti preposti per omissione in atti d’ufficio e danneggiamento alle attività agricole”.
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