I diversi assassini del turismo


A L’Aquila il turismo lo ha assassinato il terremoto, con la beffa, ormai dissolta anch’essa, del turismo delle macerie. Che non porta nulla, perchè la gente arriva, spreme una lacrima, prende un caffè e se ne va. Ma, in verità, il turismo estivo non esisteva neppure prima. Riguardava e per fortuna riguarda ancora i parchi e le riserve naturali. Al mare, il turismo lo hanno assassinato gli inquinatori. Vedere gente che sguazza con le mani dietro la schiena nell’acqua “vietata” ad Alba Adriatica è una scena patetica. Le bandiere blu se ne sono andate, i dati sono già allarmanti, le disdette sono in arrivo. Che desolante declino. Non sarà un caso, una jattura dovuta al fato, se le acque delle Marche e della Puglia, per non dire della Romagna, sono quasi tutte “eccellenti”, con sporadici divieti, mentre in Abruzzo le acque sono scarse, o vietate, in una ventina di località, e 70 milioni per i depuratori sono fermi grazie a quella tossica coppia formata da politica e burocrazia. Sono colpe pesanti, sono i frutti di anni sbagliati, di una politica regionale che al turismo non ha mai badato, preferendo inutili viaggi e piacevoli digressioni in hotel da 5 stelle e ristoranti da 100 euro. Per non parlare di tutto il resto.
Ora prepariamoci ad una stagione amara. Come se ne avessimo avuto bisogno.



07 Giugno 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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