Il Lazio sopprime il servizio geologico
L’Aquila – RISCHIO SISMICO IGNORATO? LA DECISIONE COINVOLGE ANCHE L’ABRUZZO – (Immagini: l’alta sismicità del Lazio proprio a confine con l’Abruzzo – uno dei tanti epicentri nel Reatino – una zona rossa devastata dal sisma) – “Tutti ricorderanno le frane di Roma , il dissesto , le alluvioni che colpirono il territorio del Lazio . Proprio ieri , giornata dedicata all’ambiente ed ai disastri naturali una notizia choc : la Regione Lazio ha stabilito la “Soppressione del Servizio Geologico e sismico regionale”. Lo ha reso noto Roberto Troncarelli , Presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio e durissime sono le reazioni.
“La conoscenza delle pericolosità geologiche del territorio – ha continuato Troncarelli – è alla base di qualsiasi azione di prevenzione per pianificare al meglio, mediante gli studi di Microzonazione sismica, i Piani di assetto Idrogeologico e i piani di protezione civile, azioni di salvaguardia della popolazione. E’ inconcepibile che una struttura all’avanguardia tra quelle regionali e di fondamentale importanza per la riduzione dei rischi naturali, composta da un’equipe di tecnici geologi qualificati, venga soppressa per eliminare un Dirigente di seconda fascia per risparmiare, mentre si continuano a moltiplicare altre strutture”. Troncarelli si ritiene indignato che “nel Lazio dove 292 Comuni su 378 sono a rischio sismico medio alto, e ben 372 comuni su 378 vivono in aree ad elevato rischio idrogeologico, si possa pensare utile sopprimere il servizio geologico e sismico regionale”.
Studio del CNG : dal 1997 ad oggi in Italia più di 5000 beni culturali danneggiati dai terremoti. Dati resi noti ieri dal Presidente Gian Vito Graziano.
Dati choc quelli elaborati dal CNG . “A rischio sismico è gran parte del patrimonio dei centri storici – ha dichiarato Graziano – alcuni minacciati anche da fenomeni franosi . Prendendo in considerazione solo i terremoti dell’Umbria – Marche , Molise – Puglia , Abruzzo , Emilia – Romagna ( 2012 ), solo questi terremoti hanno danneggiato 5738 beni culturali dal 1997 ad oggi. Ben 530 sono gli edifici ospedalieri in aree potenzialmente ad elevato rischio idrogeologico e 2.200 in aree potenzialmente ad elevato rischio sismico , mentre 27.920 gli edifici scolastici in aree potenzialmente ad elevato rischio sismico e 6.122 in aree potenzialmente ad elevato rischio idrogeologico . Il rincorrere le continue emergenze ci costa almeno 1,4 MLD di euro ogni anno” .
Durissimo sulla situazione nel Lazio .
“Nel giorno dedicato al ricordo delle vittime di catastrofi naturali – ha concluso Graziano – la popolazione laziale, da oggi meno tutelata nel diritto a vivere in un territorio sicuro, saprà verso chi dover puntare il dito
Le recenti catastrofi idrogeologiche avvenute nel Lazio ed in tante altre parti d’Italia impongono urgenti e inderogabili misure del Governo centrale e di quello laziale. Ma mentre in Parlamento si discute di Unità di missione per le scuole e per la mitigazione del dissesto idrogeologico, mentre si sta riflettendo su come creare degli uffici geologici a livello comunale, la Regione Lazio, che pure ha pagato sulla propria pelle i danni dovuti allo stato del proprio territorio, ritiene di potersi privare di una competenza così importante e strategica per le istanze di sicurezza dei propri abitanti. Siamo alle solite –– da una parte le solite dichiarazioni di rito sull’importanza della geologia e della prevenzione, dall’altra azioni che vanno sempre e soltanto nella direzione opposta. Spero che sia la gente del Lazio a indignarsi per una scelta così scellerata”.
(Ndr) - La decisione, davvero incomprensibile, riguarda – piuttosto direttamente – anche l’Abruzzo. E proprio sotto il profilo del rischio sismico. L’area reatina (Accumoli, Amatrice, Cittareale) e diversi altri centri a confine con l’Aquilano sono da anni, e più intensamente nelle ultime settimane, interessate da attività sismica puntualmente rilevata anche in Abruzzo nei comuni dell’alta Valle dell’Aterno. Le ultime scosse, fino a 2,5 di magnitudine locale, nei giorni scorsi. Inoltre, la zona reatino-umbro.abruzzese è storicamente molto sismogenetica e generò nel 1703 sismi fortissimi, successivamente “transitati” lungo le faglie nel vicino Aquilano, fino alla distruzione della città e dei suoi centri limitrofi.. Una situazione che evidentemente la regione Lazio ignora o vuole ignorare, mentre la Regione Abruzzo probabilmente neppure se ne accorge. Del resto, l’Abruzzo non ha neppure una microzonazione (L’Aquila la sta preparando adesso). L’allarme dei geologi va dunque raccolto e amplificato, perché non è detto che le sciocchezze della politica debbano ad ogni costo essere tollerate.
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