CRESA, in Abruzzo riprendiamo fiato? Ma per ora stiamo peggio degli altri
L’Aquila – SINTOMI DI QUALCHE VITALITA’ NEL MANUFATTURIERO – (In evidenza immagine abruzzosviluppo.it e sotto l’area produttiva-commerciale di Pile a L’Aquila) – I dati diffusi ieri dall’ISTAT sull’occupazione in Italia danno i brividi e descrivono un tracollo riferibile solo alla metà degli anni Settanta: la disoccupazione è un mostro che nel Mezzogiorno arriva a colpire il 60% dei giovani. In Abruzzo la disoccupazione è del 13,8%,, dunque superiore a quella media nazionale. A soffrire sono soprattutto piccole e medie imprese.
L’ABRUZZO E IL CRESA – L’analisi congiunturale del primo trimestre 2014 sull’industria manifatturiera abruzzese, elaborata dal centro studi economici Cresa e presentata stamani, e’ stata effettuata su un campione di 453 imprese con almeno 10 addetti.
I risultati del primo trimestre – riferisce l’AGI – segnalano una potenziale svolta del ciclo industriale regionale coerente con il miglioramento del profilo congiunturale registrato nell’ultima parte dell’anno scorso. Il primo trimestre del 2014 ha fatto registrare un incremento tendenziale della produzione industriale del 2,9% e del 3,7% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno precedente. L’analisi per classe dimensionale fa emergere una dinamica particolarmente positiva della produzione per le grandi imprese (7,9%), seguite dalle medie (1,6%), mentre le microimprese hanno fatto registrare ancora un calo tendenziale del -1,7%.
Sotto il profilo settoriale, su tutti risalta la performance dei mezzi di trasporto che hanno fatto registrare un incremento del 10,5% su base annuale e di circa il 20% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso. Sotto il profilo territoriale questo andamento spiega il positivo risultato della provincia di Chieti che ha trainato il resto della regione compensando, in particolare, il negativo andamento della provincia aquilana.
Anche il comparto della farmaceutica – e’ stato spiegato – ha fatto registrare un risultato positivo con una crescita tendenziale del 5% circa. Il raggruppamento dei beni alimentari ha confermato un trend positivo, pur continuando a scontare una leggera perdita in termini occupazionali. Anche nel comparto delle lavorazioni tradizionali la situazione di difficolta’ sembra essersi sensibilmente attenuata: in particolare, sono da accogliere favorevolmente i segnali provenienti dalla domanda internazionale, che e’ aumentata piu’ intensamente rispetto a quella interna.
Occorrera’ attendere – riferisce sempre l’AGI – che questi segnali si stabilizzino per poter osservare e valutare in maniera meno approssimativa la direzione e l’intensita’ dei cambiamenti che hanno interessato l’industria regionale negli ultimi mesi. Il Cresa ha evidenziato che permane un contesto di calo occupazionale, che tocca soprattutto le piccole imprese e quelle di maggiori dimensioni. Le valutazioni degli operatori sui prossimi mesi volgono all’ottimismo: e’ un dato rilevante, da interpretare con cautela in quanto limitato ad un solo trimestre, ma positivo considerato il ruolo che le aspettative hanno come precondizione e fattore di sviluppo. “Senza enfatizzare troppo gli andamenti analizzati lo scorso trimestre, l’arresto di una tendenza negativa che durava da circa due anni deve essere opportunamente messo in risalto – sottolinea il presidente del Cresa Lorenzo Santilli.
Esso ci indica che il tessuto economico abruzzese ha probabilmente intrapreso un cammino, se non di vera e propria ripresa, almeno di riequilibrio rispetto alla situazione precedente, che consente agli imprenditori di riprendere fiato e riorganizzarsi guardando con maggiore fiducia al futuro”. “Siamo infatti alla vigilia di importanti decisioni che tracceranno la direzione di marcia della regione nel prossimo decennio – evidenzia il direttore Francesco Prosperococco.
Le risorse che saranno stanziate per il periodo 2014-2020, ed il relativo cofinanziamento nazionale, dovranno essere utilizzate in modo piu’ tempestivo ed efficace rispetto al bilancio europeo che si e’ appena chiuso. Cio’ e’ reso indispensabile dall’urgenza di rilanciare lo sviluppo e la coesione territoriale ma, soprattutto, dalla necessita’ di contribuire, mediante un riscatto della qualita’ dell’azione pubblica, alla ripresa della produttivita’ in tutte le aree della regione”.
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