Roma, vendita patate e ortaggi del Fucino: la gente sa ora quanto costano all’origine
L’Aquila – I signori del rincaro sono serviti. “Il mio trattore è a Roma in piazza della Repubblica, insieme con quelli degli altri allevatori e contadini abruzzesi”: è Dino Rossi del Cospa che telefona a InAbruzzo.com, e ci tiene informati dell’andamento della storica manifestazione di protesta nella capitale, che in tanti vedono come il fumo agli occhi, anche tra i mass media che non ne parlano. Soprattutto la tv pubblica e quelle private che non amano disturbare i piani alti della politica. E le tasche di chi lucra oro sul lavoro dei contadini, arricchisce semplicemente pagando due centesimi ai produttori e portando a prezzi salatissimi i prodotti sui banchi dei mercati. Una storia oscura che nessuno ama raccontare, perchè si toccano interessi enormi. Che contadini e allevatori non riescano a vivere decorosamente del loro duro lavoro non importa alla politica e ai signori del rincaro.
Le organizzazioni della protesta hanno fatto oggi ciò che promettevano nei giorni scorsi: vendere ai cittadini i prodotti dell’agricoltura abruzzese al prezzo di costo, cioè minimo, bassissimo. Quello che ai contadini viene pagato per acquistare i loro prodotti. Cose come dieci o undici euro al quintale per le patate, e pochi centesimi al chilo per ortaggi, caroted e quant’altro produce il Fucino. Sono infatti i prodotti a conservazione del Fucino che si stanno offrendo ai cittadini, perchè vendere quelli deperibili non sarebbe consentito per motivi di igiene e di salute. “Ma la gente – dice Rossi – adesso sa come stanno le cose e deve chiedersi perchè al supermercato paga oro per prodotti che all’origine costano pochissimo”. Debbono chiederselo tutti , a cominciare dalla Regione – competente per l’agricoltura – e dal Ministero dell’Agricoltura.
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