Ma ‘sta giunta quando arriva?
L’Aquila – Ci sussurra un amico politico tra ironia e sconforto: “L’altra sera è fallito l’ennesimo tentativo del sindaco Cialente di mettere in piedi la nuova giunta…”. Ennesimo cosa significa? “Saranno otto o nove i tentativi, ma non se ne esce”. Discorsi informali, commenti su ciò che avviene, ma soprattutto non avviene al Comune dell’Aquila. Resta il fatto, e sui fatti non si discute, che la nuova giunta non viene partorita. Il travaglio del sindaco dura da molte settimane, e molte settimane compongono dei mesi. La gente aspetta, le notizie dicono che se Chiodi sarà il commissario della ricostruzione, ma Massimo Cialente sarà il suo vice, dunque avrà un uolo di spicco. Come chiediono di averne, del resto, tutti i sindaci del cratere sismico, perchè la ricostruzione deve essere soprattutto frutto di scelte locali e meditate sulla base di esigenze che solo la gente e il sindaco di ogni località conoscono a fondo.
Quale ricostruzione potrà guidare, nel proprio ambito, un sindaco il cui esecutivo non funziona, la cui maggioranza è continuamente messa a rischio? La città ha urgente bisogno soprattutto di se stessa, e la giunta comunale deve essere – in un periodo tanto difficile – motore efficiente e razionale di una serie di interventi, decisioni, fatti e azioni che significano, sul piano pratico, la vera e unica possibilità di rimettersi in moto. L’attesa per la nuova giunta (“Ma ‘sta giunta quando arriva?”) è legittima, spasmodica per chi vuole lasciare da parte polemiche e appetiti politici, ma mettersi davvero a lavorare3ì nell’interesse collettivo. Usando parole e concetti del genere, tuttavia, si rischia solo di inzuppare il biscotto nel brodo melenso della retorica. Impegnarsi per la città sarebbe, infatti, una pulsione morale ed etica che tutti dovrebbero provare in momenti tanto drammatici per la collettività . Non è così e lo dimostra ciò che sta accadendo: se il sindaco non riesce a produrre risultati, vuol dire che interessi di basso profilo, appetiti di potere, ambizioni di visibilità e – non ultima – la voglia di intascare succose prebende riservate agli assessori, prevalgono di giorno in giorno, bloccando e frenando tra persone che sgomitano per accomodersi al desco del potere. Non diteci che è cattiveria giornalistica scrivere cose del genere, perchè sbagliate: è solo e soltanto la damoralizzata constatazione di ciò che è sempre accaduto e continua ad accadere nella politica aquilana. Che profili non ne mostra, confermandosi semplicemente priva di profilo e di identità . Soltanto una accozzaglia di arrivisti che non producono risultati neppure quando la città piange al proprio funerale.
Bastava darle un’occhiata questa mattina, girando a piedi per il centro: poche persone smarrite qua e là , qualche turista sbalordito da tanta devastazione, commercianti che sognano di riaprire i battenti per l’8 dicembre. Coraggiosi, tosti, ma chi sarà loro cliente, se in centro non c’è nessuno o quasi? (Nella foto: Il centro puntellato per consentire il transito dei pedoni, che tuttavia sono sempre pochissimi)
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