Allarme Oms: il fumo uccide. Gli ultimi dati parlano di un morto nel mondo ogni 6 secondi
( a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). L’abitudine di fumare, spesso un vero e proprio vizio difficile da eliminare, uccide una persona nel mondo ogni sei secondi. Lo spiega bene e a chiare lettere l’Organizzazione mondiale della sanità a ridosso della giornata mondiale contro il fumo del 31 maggio. La contromisura proposta dall’organo internazionale è l’aumento delle tasse sulle sigarette. Poco efficaci sembrerebbero, invece, le sigarette elettroniche. In Italia, la regione con meno tabagisti è il Veneto. L’Organizzazione mondiale della sanità ha esortato tutti i Paesi ad aumentare le tasse sul tabacco per incoraggiare i fumatori a smettere e per impedire ad altre persone di diventare dipendenti da tabacco. Secondo l’Oms, con un aumento delle tasse sul tabacco del 50%, il numero di fumatori diminuirebbe di 49 milioni entro i prossimi tre anni salvando 11 milioni di vite nel mondo. Per Margaret Chan, direttrice generale dell’Oms, “aumentare le tasse sul tabacco è il modo più efficace per ridurne il consumo e salvare vite umane”. L’aumento dei prezzi del tabacco risulta particolarmente efficace nel dissuadere i giovani dal cominciare a fumare. L’Oms ha calcolato che se tutti i paesi aumentassero le tasse su tabacco del 50% per ogni confezione, i governi guadagnerebbero 101 miliardi di dollari di fatturato globale supplementare. L’Oms ricorda che il consumo di tabacco è la principale causa di morte evitabile al mondo. Il tabacco uccide quasi 6 milioni di persone ogni anno, tra i quali 600mila fumatori passivi. Dopo un iniziale boom, crolla l’uso della sigaretta elettronica, in un anno più che dimezzato. Gli utilizzatori sono passati dal 4,2% del 2013 all’1,6% del 2014. A dirlo è il rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Dall’indagine, condotta in collaborazione con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, emerge che compare quest’anno chi, tra gli utilizzatori della e-cig, dichiara di aver aumentato il numero di sigarette tradizionali (1,7%) e chi ha iniziato a fumarne sebbene prima non avesse questa abitudine (12,1%).Secondo i dati del sistema di sorveglianza nazionale (Passi) 2013 il Veneto, con 773 mila fumatori, è la regione italiana con la concentrazione più bassa di amanti della sigaretta (23,4%), rispetto alla media nazionale del 27,2% e registra nel contempo un rilevante abbassamento dei fumatori nella fascia 18-24 anni che è passata dal 32% del 2007 al 29% del 2013. Fumare durante la gravidanza può provocare malattie cardiache congenite ai bebè. Lo rivela una ricerca presentata ad un congresso di pediatria a Vancouver, secondo cui le sigarette durante il primo trimestre di gravidanza aumenterebbero fino al 70% il rischio di patologie congenite al cuore dei bambini. I ricercatori di Seattle hanno analizzato 14 mila casi di bambini nati con difetti cardiaci far il 1989 e il 2011. Al Seattle Childern’s hospital hanno analizzato i certificati di nascita e le cartelle cliniche degli ospedali dello Stato di Washington di oltre 14 mila bambini nati con difetti cardiaci far il 1989 e il 2011, confrontandoli con oltre 62 mila nati sani. Dai certificati è stato anche possibile desumere se le madri fumassero durante il primo trimestre d’attesa e quanto. “I nati da mamme fumatrici avevano dal 50 al 70% di rischio in più di avere difetti alle valvole cardiache e ai vasi che trasportano il sangue ai polmoni, e circa il 20% di rischio in più di avere difetti al setto atriale, cioè la presenza di fori nella parete che separa le due camere del cuore, anomalie che richiedono interventi invasivi per correggerle – spiegano gli autori in una nota dell’ospedale. “Più si fuma e più si rischia e le donne fumatrici che hanno superato i 35 anni di età corrono rischi ancora maggiori – sottolinea Patrick Sullivan, che ha diretto lo studio. Dallo studio risulta anche che circa il 10 per cento delle future mamme continua a fumare nei primi mesi d’attesa e gli scienziati stimano che il fumo sia responsabile dall’1 al 2 per cento di tutti i difetti cardiaci dei bebè”.Abbandonare il tabagismo, dopo il nervosismo iniziale, provoca effetti benefici sull’umore simili a quelli di una farmaco antidepressivo, aiutando anche chi ha problemi psicologici. Questi i risultati di uno studio condotto dall’Università di Oxford e pubblicato sul British Medical Journal. La ricerca si basa sui dati di 26 studi precedenti sul tema, condotti sia sulla popolazione generale che su pazienti di reparti psichiatrici, in cui in media i partecipanti fumavano venti sigarette al giorno. In tutti gli studi la salute mentale dei soggetti era misurata prima di smettere e dopo sei mesi. Gli autori spiegano: “Le persone che hanno smesso hanno meno ansia, depressione e stress e miglioramenti nella qualità della vita psicologica”. Secondo lo studio sarebbe credenza comune priva di fondamento che smettere di fumare rende nervosi . Gli esperti puntualizzano: “Si tende a confondere i sintomi momentanei dell’astinenza da nicotina con dei veri problemi psicologici”. Questi dati pongono ancora una volta le necessità di lavorare sulla prevenzione, gli stili di vita corretti, l’educazione permanente finalizzata alla consapevolezza dei rischi su base scientifica ed epidemiologica.
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