In teatro la tragedia greca


L’Aquila – TRAGIC ACID, STUDIO SULLE EROINE CLASSICHE – A “Lavori in scena, azioni e visioni contemporanee” l’appuntamento è con la tragedia greca, con TRAGIC ACID, studio su Medea, Cassandra e Clitemnestra, adattamento di Elisa Di Eusanio e Camilla Piccioni, musiche live Stefano De Angelis 66k, scene e costumi Luisa Roberto, regia Camilla Piccioni, con Elisa Di Eusanio, domani mercoledì 28 ore 21.00, presso Gran Teatro Zeta, località Monticchio, L’Aquila.
Elisa Di Eusanio da magnificamente voce a tre eroine tragiche, Medea Cassandra e Clitemnestra, che prendono vita dalle parole di Eschilo e Eurpide con un linguaggio classico, contrapposto alla musica elettronica, eseguita dal vivo dal dj Stefano De Angelis, in arte 66K, che accompagna e sostiene l’interpretazione in un allestimento contemporaneo dato che la passione, i dolori, le attese e le speranze di queste tre donne non sono diverse da quelle che ancora oggi le donne vivono in ogni parte del pianeta.
“Per questo – afferma la regista Camilla Piccioni – abbiamo sentito l’esigenza di seguire una linea interpretativa, che si distaccasse dalla canonica esecuzione delle eroine tragiche, volevamo avere la possibilità di aderire quanto più possibile alla linea narrativa senza sovrastrutture, cercando di rendere le parole classiche estremamente comprensibili. Anche con la presenza della musica elettronica composta appositamente per lo spettacolo, abbiamo cercato di restituire la temperatura emotiva di queste tre figure così legate ai nostri giorni.
La cosa che più ci ha affascinato di questi personaggi femminili è il fatto che il loro comportamento si allontana dallo stereotipo della donna fragile e modesta, appaiono come donne che agiscono e non si limitano a subire, invertendo così i ruoli e il loro destino. Sono vittime e vendicatrici.
Sono “donne-saggie” e sono motivo di disagio per l’uomo, che ancora oggi fa fatica ad accettare questa combinazione.
La loro saggezza si presenta come un pericolo, terrorizzando soprattutto i personaggi maschili, che spesso le collegano con le arti magiche e oscure.
La caratteristica più interessante di Medea è la sua consapevolezza ed è la ragione a guidare questa consapevolezza feroce.
Medea come Cassandra strappata dalla sua patria, preda e non sposa dell’uomo che l’ha sottomessa, si troverà a compiere atti disumani contro tutto e contro tutti e ancor più contro se stessa, spinta dalla passione verso l’uomo che l’ha resa donna, mostrandoci così la debolezza di una creatura abbandonata.
Cassandra anch’essa preda dopo aver subito un oltraggio, strappata alla sua terra da Agamennone, è una donna ribelle pronta a pagare pur di non sottomettersi al volere degli uomini, rifiuta di cedere ai desideri di Apollo, subendo così la conseguente punizione.
La troviamo nel nostro lavoro come veggente e profetessa, che sfocia nel suo opposto, in un personaggio grottesco, che ci racconta quello che accadrà a lei e ad Agamennone con straordinaria consapevolezza.
E’ invece il silenzio l’arma che usa per punire proprio Agamennone, sceglie di non agire, lasciando che si compiano i fatti da lei stessa profetizzati, ed ancora una volta pagherà pur di non sottomettersi e questa volta pagherà con la morte.
In Clitemnestra troviamo i tratti della madre amorosa, dell’amante, del capo, oltre che dell’ assassina spietata e coraggiosa.
Uccide Agamennone perché ha sgozzato la figlia Ifigenia, è l’odio di una madre che non dimentica e non perdona, che per tutto il periodo della guerra di Troia, medita un modo per vendicare “sua figlia frutto carissimo delle sue doglie”
E’ stato interessante in Clitemnestra scoprire lo scontro tra maschile e femminile, la continua lotta tra i sessi, una donna in grado di capovolgere l’ordine dei ruoli sessuali e sociali del suo tempo; governa la citta in assenza di Agamennone e lo fa con “ cuore di donna capace di maschi pensieri”.
La donna che si impadronisce del ruolo del maschio, anche nel rapporto con il suo amante, Egisto, che viene definito da Cassandra “leone imbelle”.
Clitemnestra ci consente di mettere in discussione la divisione tra i ruoli, l’opposizione maschile/femminile, la possiamo definire un soggetto gender, identificando in questa parola il genere come fatto sociale, nel quale il sesso biologico racchiude identità più numerose e complesse.
Queste tre donne rappresentano la paura che da sempre tormenta l’uomo, l’idea di una donna capace di ribellarsi”.


27 Maggio 2014

Categoria : Cultura
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