La bufala della differenziata


Barisciano – Scrive Walter Salvatore: “Barisciano ha un assessore all’immondizia giovane, talmente giovane che certo non può ricordare che il riciclo e il riutilizzo esistevano anche prima della introduzione della RD (come oggi amichevolmente chiamiamo la raccolta differenziata).
Già negli anni ’70 c’erano cartiere che si occupavano di macerare la carta raccolta dai servizi di nettezza urbana per produrre nuova carta sotto forma di block notes, quaderni per la scuola e addirittura quelle vecchie buste marroni che si utilizzavano per il pane. Esistevano aziende che prendevano il vetro, lo scolorivano, lo scioglievano e fabbricavano nuove bottiglie e nuovi oggetti in vetro.
Erano i tempi del ‘vuoto a rendere’ (portavi al negoziante la/le bottiglie vuote e lui te le pagava). I fotografi “vendevano” gli acidi usati per lo sviluppo delle pellicole ad aziende che con processi di elettrolisi traevano il proprio guadagno dall’estrazione dei metalli prezioni in essi contenuti.
In quegli anni non facevi in tempo a lasciare uno scatolone in strada che qualche anonimo raccoglitore era pronto a caricarselo sul carretto già incredibilmente stracolmo di cartoni per andarli a vendere, a peso, ai vari centri di raccolta. Se lasciavi un frigorifero od una lavatrice succedeva la stessa cosa. Il ferro aveva un peso ed un valore conseguente.
Cosa non andava in questo metodo? Semplicemente c’era poco margine di guadagno durante la filiera.
Oggi se vuoi liberarti di una lavatrice o di un frigorifero devi pagare così come per liberarti della carta, del ferro, della plastica, ecc…. E spesso paghi gli stessi soggetti che prima erano ben contenti di pagare te quando gli portavi la stessa mercanzia.
L’unica vera utilità, giustificata con il “coinvolgiamo la popolazione nella filiera” in nome di non richieste sensibilizzazioni etiche, é quella di aver creato un business sulla raccolta.
Ma a ben osservare solo in Italia il rifiuto è business per pochi. Negli altri paesi dell’Unione, soprattutto nel nord Europa, sono da tempo in funzione macchine automatiche che pagano i tuoi rifiuti 0,25€ per ogni bottiglia di plastica e 0,80€ per ogni bottiglia di vetro.
Il rifiuto viene considerato una ricchezza ed in questo modo, come già in Italia negli anni passati, persone povere, ma non solo, sono stimolate a raccogliere e selezionare i rifiuti per riconvertirli in denaro.
La nostra RD, invece, non risolve il problema dei rifiuti e causa ulteriori danni prevalentemente economici al territorio, portando a un continuo arricchimento delle aziende coinvolte e ad un progressivo impoverimento dei comuni e delle regioni, il tutto a discapito del cittadino che ottiene sempre meno servizi. Per sostenere questo giro d’affari ci si appoggia a perenni ‘incentivi’ (regionali, statali ed europei) e ad una maggiorazione dei tributi sulla mondezza.
Tant’è che a Barisciano la tassa sui rifiuti è aumentata del 450% ed indurre l’utente a pensare che la RD sia ‘essenziale’ facendo leva sul senso civico ha ben poco di etico.
Da un assessore all’immondizia così giovane ci saremmo aspettati una scelta che avesse l’obiettivo di rendere la pratica del riciclo economicamente più conveniente per l’utenza e non l’ostentazione orgogliosa ed effimera della propria firma sul libricino delle istruzioni distribuito alla popolazione.


22 Maggio 2014

Categoria : Dai Lettori
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