Camminare? Azione elementare e benefica. Uno studio sulle patologie renali
(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). L’attività del “camminare” è considerata erratamente uno sport, in realtà si tratta di un movimento elementare che compiamo tutti i giorni, fin dai primi anni di vita. Sarebbe quindi importante, al di là dello scegliere la camminata come modo per tenersi in forma, ricordarsi di adottarla come stile di vita, preferendo quando e dove possibile gli spostamenti a piedi, lasciando magari a casa l’automobile quando è possibile farne tranquillamente a meno. Camminiamo già durante le nostre giornate, ma non ne siamo molto consapevoli. Gli ultimi studi hanno contribuito notevolmente a mette nero su bianco i molteplici vantaggi sulla salute legati al movimento a piedi. Le persone affette da malattie renali possono trarre grandi benefici dalla semplice attivita’ di camminare. Secondo un nuovo studio pubblicato sul ‘Clinical Journal of the American Society of Nephrology’, una normale camminata aiuta a prolungare le aspettative di vita e a ridurre il rischio di necessita’ di dialisi e trapianto di un rene. L’inattivita’ fisica e’ particolarmente comune tra i pazienti con malattia renale cronica. Un’abitudine pericolosa, stando ai risultati della ricerca, per il benessere dei reni. Lo studio, condotto dal China Medical University Hospital, ha lavorato su un campione di 6.363 pazienti con malattia renale cronica di stadio da tre a cinque. L’eta’ media dei pazienti era 70 anni. Durante il periodo di follow-up, i pazienti che hanno dichiarato di camminare spesso hanno avuto il 33 per cento in meno di probabilita’ di morire e il 21 per cento in meno di ricevere dialisi o trapianto di rene. Piu’ hanno camminato, maggiore e’ stato il beneficio rispetto ai non camminatori. I pazienti che hanno camminato 1-2, 3-4, 5-6 o piu’ di sette volte a settimana hanno avuto il 17, il 28, il 58 e il 59 per cento di probabilita’ di morire in meno rispettivamente. E il 19, 27, 43 e 44 per cento in meno di probabilita’ di avere bisogno di dialisi o di trapianto. Ma camminare non porta benedfici solo in questo ambito. Infatti I benefici cardiovascolari sono molteplici: in un camminatore abituale il cuore risulta più grosso poichè le cavità si allargano per contenere maggoiri quantità di sangue in quanto le paereti, costituite da tessuto muscolare, si rinforzano e si ispessiscono. L’apparato respiratorio ne trae beneficio, perchè camminando abitualmente i muscoli annessi alla cassa toracica si rinforzano permettendo così un ampliamento dello spazio per i polmoni i quali possono espandersi carichi di ossigeno. Ciò induce ad una diminuzione della frequenza respiratoria poichè la quantità di aria che si espelle dopo un rigonfiamento massimo del torace è maggiore. Tuttavia è bene ricordare che per trarre beneficio a livello polmonare è necessario camminare in “zone verdi”, ovvero in campagna, nei boschi o nei parchi dove si respira aria pura e non inquinata. Il cammino apporta benefici anche al sistema nervoso, in quanto è un’attività fisica piacevole e induce un rilassamento che giova a ristabilire l’equilibrio compromesso dai ritmi frenetici della vita quotidiana. Lo confermano dei neurologi americani, che effettuando l’encefalogramma ai viaggiatori hanno rilevato che cambiare ambiente e avvertire il passaggio delle stagioni nel corso dell’anno stimola i ritmi cerebrali e contribuisce ad un senso di benessere, di iniziativa e di motivazione. Per quanto riguarda l’apparato osteo-artro-muscolare, camminando si migliora il tono muscolare per cui la fibra, irrorata da più sangue si ossigena e si rinforza; le articolazioni, movendosi in modo naturale, mantengono un elevato grado di elasticità nei tendini e nei legamenti; anche il tessuto osseo si mantiene compatto prevenendo rischi di deterioramento precoce dello scheletro come l’osteoporosi.Per quanto riguarda il sistema cardiocircolatorio, in un camminatore abituale il cuore risulta più grosso sia perché le cavità si ampliano per contenere una quantità di sangue maggiore sia perché le pareti, costituite da tessuto muscolare, si rinforzano e si ispessiscono. La frequenza cardiaca diminuisce e per affrontare uno sforzo occorrono un numero minore di pulsazioni. La circolazione sanguigna si modifica perché le pareti dei vasi diventano più elastiche ed il sangue scorre incontrando meno resistenza. Diminuisce, quindi, la pressione sanguigna e c’è un migliore ritorno venoso del sangue al cuore (camminare previene il rischio d’infarti e arteriosclerosi). Uno studio condotto su oltre 1200 bambini tra i 10 e i 12 anni ha evidenziato che l’abitudine al movimento aiuta a prevenire l’obesità fin da piccoli. Nello specifico, gli esperti hanno notato che i bambini che hanno la possibilità di portare a spasso il cane camminano almeno 30 minuti e ne dedicano 140 in più all’attività fisica ogni settimana rispetto agli altri. Camminare è una garanzia per dire stop alla vita sedentaria e all’obesità fin dall’infanzia.
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