Liliana, chiesto intervento prefetto


Teramo – VERGOGNA: LA MALATA PRIGIONIERA IN CASA PER LA MANCANZA DI UN ASCENSORE – Un caso messo in luce dal nostro sito già da diversi giorni diventa rilevante e richiama l’attenzione. E’ triste dover constatare che ciò accada solo dopo l’intervento dei mass media e che le autorità “scoprano” una situazione tanto grave solo dai giornali, ma meglio tardi che mai. “Lo gridiamo da anni, abbiamo dovuto occupare il consiglio regionale, ci siamo incatenati davanti alle istituzioni, abbiamo messo in atto decine di manifestazioni empatiche e organizzato convegni, per far capire il significato di una barriera architettonica. Evidentemente non basta”.
Il presidente dell’associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, Claudio Ferrante torna sul caso di Liliana, la cittadina teramana malata di Sla che abita al terzo piano senza un ascensore in una palazzina dell’Ater di Teramo, in cui vivono altre due persone con disabilita’. Ci chiediamo, che Paese e’ mai questo, o in quale regione abitiamo. Una cittadina titolare dei diritti umani e’ segregata in casa a causa delle istituzioni fuorilegge che ogni giorno dimostrano di essere lontane dal problema reale dei cittadini. La signora Liliana, come gli altri condomini con disabilita’, subisce da tempo la violazione dei diritti umani, quei diritti sanciti con la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, ma evidentemente nemmeno questo basta per trovare urgentemente una soluzione al problema. Ora probabilmente assisteremo al solito teatrino dello scarico delle responsabilita’ tra uffici pubblici, si dara’ colpa alla burocrazia, in modo che i politici possano essere discolpati e continuare a chiedere demagogicamente i voti ai cittadini abruzzesi.
Chiediamo al Prefetto di Teramo di intervenire affinche’ tutti gli enti pubblici si siedano intorno ad un tavolo per trovare una soluzione immediata, non solo perche’ ci troviamo di fronte a istituzioni inadempienti, ma perche’ dobbiamo restituire dignita’ ad una persona che vorrebbe vivere la sua malattia con l’intimita’ della sua famiglia, e che invece e’ trattata peggio dei carcerati, perche’ loro almeno hanno il diritto a qualche ora d’aria, la signora Liliana no, conclude Ferrante.
(Ndr) – Strano anche, infine, che l’attenzione del prefetto, come quella di tutti gli altri, non sia arrivata molto tempo prima. Davvero la domanda giusta è quella di Ferrante: in che razza di paese viviamo? Non certo in un paese civile, in cui la burocrazia e le sue stupide ragioni riescono a diventare, talvolta, oltre che stupide, perniciose e crudeli. Tutte le autorità teramane, tutti i politici, tutti i candidati avrebbero dovuto provvedere in poche ore e chiedere scusa a Liliana, alla sua famiglia e alla città intera.


13 Maggio 2014

Categoria : Cronaca
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