ASL: “Inchiesta solida e basata su fatti e carte”
Pescara – Hanno ottenuto ieri, come riferito, gli arresti domiciliari l’ex assessore regionale Italo Mileti e l’amministratore della Fira Servizi, Claudio D’Alesio, raggiunti da ordine di carcerazione in cella lunedi’ scorso nell’ambito della inchiesta della procura di Pescara sull’appalto per la ricostruzione degli uffici amministrativi della Asl de L’Aquila. Per ambedue l’accusa è di millantato credito. Secondo quanto si è appreso oggi, non è tuttavia venuto meno il castello di indizi sul quale indaga la Procura. Al momento non è più necessario il carcere in cella. Ciò che doveva essere acquisito, lo è stato. Chi è stato interrogato ha fornito gli elementi che era necessario fornire e dei chiarimenti su ciò che è accaduto. La decisione sul carcere domiciliare è del Gip del tribunale di Pescara, Luca De Ninis, che ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Giuseppe Cichella, legale dei due indagati.
Nell’inchiesta sono indagati per ipotesi di corruzione anche l’assessore regionale alla sanità Venturoni, l’ex manager della ASL aquilana Marzetti, un dirigente regionale e due imprenditori. In Procura sono giudicate con stupore le dichiarazioni di Venturoni ai giornali, quando, come ha fatto nei giorni scorsi, si propone di “denunciare la Procura”. L’inchiesta è solida, viene fatto notare, e si basa su fatti e documenti. Gli arresti erano necessari per impedire che si commettessero altri reati e che fossero magari coinvolte altre persone, che avrebbero potuto deliberare su iniziative illegittime. (Nella foto: Italo Mileti)
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