Numero chiuso, anche Cisl contro
L’Aquila – IL SINDACATO SCHIERATO CONTRO LA INVERARDI CHE INSISTE – “Esprimiamo grande preoccupazione per la decisione del Senato Accademico dell’Università di introdurre il numero chiuso per l’accesso a quattro corsi di laurea dell’Ateneo, Scienze Biologiche, Biotecnologie, Scienze Psicologiche Applicate e Scienze Motorie. Una scelta che porterà alla diminuzione di oltre 1000 immatricolati nel prossimo anno accademico”.
Dopo altri no nei giorni scorsi, a bocciare il provvedimento, avallato dalla Rettrice dell’Università Paola Inverardi, è la Segreteria provincia della Cisl Università: “Nonostante il parere negativo espresso dal consiglio di amministrazione dell’ateneo, la rettrice insiste sulla strada del numero chiuso. L’Università rappresenta una risorsa fondamentale per il nostro territorio, sia dal punto di vista economico che della trama sociale”, incalza la Segreteria provinciale della Cisl Università, “la decisione del Senato Accademico, pur se assunta con l’ intenzione di razionalizzare l’offerta formativa, rappresenta di fatto un segnale di sfiducia e di disinvestimento, e rischia di innescare una spirale negativa che può avere come esito finale un ridimensionamento dell’ateneo aquilano.
L’Aquila e tutto il comprensorio hanno, invece, bisogno di una università forte, attrattiva per molti studenti che arrivano dall’Abruzzo e dal fuori regione e che sono stati, in questi anni, e devono continuare ad essere un fattore di crescita culturale, sociale ed economica per la nostra città”. La Cisl Università prosegue: “La scadenza, nel 2015, dell’accordo di programma, con il conseguente ripristino della tassazione per gli studenti, deve rappresentare uno stimolo a trovare e potenziare altri motivi di attrattività, per mantenere invariata la popolazione studentesca, e non una giustificazione per ridurre l’offerta formativa”. La CISL si augura “che il dibattito interno agli organi accademici, che porterà ad una decisione definitiva entro il 15 maggio, scadenza imposta dal Ministero, tenga presente, oltre che i regolamenti e le norme dell’università, anche le esigenze e le conseguenze che l’adozione del numero chiuso potrebbero avere sulla città ed il territorio tutto, per arrivare a una scelta che favorisca lo sviluppo parallelo di entrambi”.
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