Quando la politica è stupida
Il nostro paese è una ridda di assurdità , ritardi, ingiustizie, paludi antidemocratiche, arretratezze, cocenti ingiustizie sociali che ogni tanto persino il papa sottolinea. E fa benissimo, anche se le sue parole certo non cambiano niente.
Tutto è colpa della politica. Spesso, la politica oltre che inadeguata, corrotta, oscura, è semplicemente stupida. Un esempio? Subito. L’esempio è l’emergenza della ricostruzione aquilana, ma anche emiliana. Capita continuamente di leggere che un progetto di ricostruzione debba attendere nove, dieci mesi, oppure molto di più, non perché mancano i soldi o per le solite becere storie di ordinaria burocrazia. Il progetto è pronto, finanziato, l’appalto viene dato, ma arriva il ricorso e tutto si ferma. Poi si scopre che il ricorso è, magari, infondato o che è stato presentato solo per nuocere all’impresa vincitrice. Ecco il fondo del barile della stupidità italiana. I ricorsi bloccatutto sono una consuetudine, arrivano immancabilmente.
In un altro paese, il meccanismo dei ricorsi sarebbe diverso, sicuramente più snello e veloce. E’ giusto, certo, protestare e far valere i propri diritti: ci mancherebbe altro. Non può essere tollerabile che un pezzo di carta, quasi sempre raffazzonato e predisposto solo per rallentare, causi danni e ritardi di mesi. Non è possibile che ciò accada in una terra devastata da un sisma. Non è possibile che un ricorso segua sempre le vie gerarchiche ordinarie, lunghissime. Chiunque in qualsiasi altro posto lo avrebbe capito e avrebbe creato regole e meccanismi rapidi e veloci. Magari un esame di urgenza (pochi giorni) dei ricorsi, una svelta verifica della fondatezza e ammissibilità , un tribunale apposito, un organismo preposto, un’autorità dedicata. Qualcosa, insomma. La politica, se non fosse ottusa, oltre che spesso nociva, avrebbe risolto il problema. Ma è stupida, e si va avanti così.
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