La Regione rifiuta caparbia i referendum
Roseto – L’ULTIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO CHIUSA PER MANCANZA DEL NUMERO LEGALE… – Pio Rapagnà, comitato promotore referendum, scrive: “Il CONSIGLIO REGIONALE nella sua ultima seduta prima delle elezioni del 25 maggio prossimo, è stato sciolto dal Presidente Nazario Pagano per “mancanza del numori legale” in quanto nel corso di una votazione i Consiglieri presenti e votanti erano soltanto in 14 su 40.
Il Comitato promotore dei 3 referendum per ridurre i costi e gli sprechi della politica e degli enti strumentali della Regione Abruzzo, dopo il blocco ed il rinvio del deposito dei quesiti e dei moduli per dare avvio alla raccolta delle firme deciso dall’Ufficio di Presidenza e dal Responsabile del procedimento referendario, aveva chiesto al Consiglio regionale di produrre, come da prassi consolidata, una “interpretazione autentica” della Legge Regionale n. 44/2007 la cui interpretazione è stata considerata “controversa” rispetto a quanto, invece, stabilito, dal Comma 2 dell’art. 76 (che disciplina l’iniziativa referendaria) e dell’art. 86 dello Satatuto regionale (che disciplina la cosiddetta prorogatio del Consiglio regionale). Pertanto il Comitato, nel confermare la propria volontà e determinazione a dare avvio alla fase preliminare della raccolta delle firme nei modi e nei tempi stabiliti dalla Legge Regionale 44/2007, al fine di esercitare la “iniziativa referendaria”, e non potendo attendere i tempi lunghi di insediamento del nuovo Consiglio regionale, alfine di vedere tutelato e attuato il proprio diritto ad esercitare la iniziativa referendaria nella primavera del prossimo anno 2015, ha deciso di rivolgersi al Difensore Civico Regionale Nicola Sisti e, contestualmente, anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Con i 3 Referendum i Cittadini abruzzesi saranno chiamati a pronunciarsi sui seguenti questiti:
1° Referendum – riduzione delle indennità e abolizione dei compensi aggiuntivi dei Consiglieri regionali e degli Assessori; taglio drastico di consulenze esterne, collaborazioni, cariche, incarichi e contributi discrezionali assegnati dalle Presidenze degli organi di vertice del Consiglio, dei Gruppi consiliari e della Giunta Regionale;
2° Referendum – Riforma del Sistema Sanitario regionale e scioglimento dell’Agenzia Sanitaria Regionale – ASR Abruzzo e del “collegamento” con la Finanziaria Regionale – FIRA;
3° Referendum – Riforma del Trasporto Pubblico Regionale e delle Società di gestione a capitale pubblico della Regione e degli Enti Locali; Riforma della Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani e Speciali; Riforma della Legge sulle “Risorse Idriche” e scioglimento delle 5 ATER di Chieti, Pescara, Teramo, L’Aquila e Lanciano.
Contestualmente ai Referendum verranno raccolte le firme necessarie per presentare 2 Proposte di Legge di Iniziativa Popolare da sottoporre alla approvazione del nuovo Consiglio Regionale: per ottenere:
1^ Proposta – Ricostruzione e messa in sicurezza sismica delle abitazioni pubbliche e private colpite dal terremoto del 6 aprile 2009;
2^ Proposta – Ripristino del “riscatto graduale e sociale” degli alloggi ex-GESCAL e di Edilizia Residenziale Pubblica Regionale.
Il Comitato promotore è pienamente consapevole degli enormi “interessi” pubblici e privati, che stanno “dentro” ai 3 Referendum e alle 2 Proposte di Legge di Iniziativa Popolare: per questo, auspicando l’intervento e la mediazione del Difensore Civico, si augura che l’Ufficio di Presidenza ed il Responsabile del procedimento si rendano disponibili ad “accogliere” le ragioni dei Cittadini promotori e, nei prossimi giorni, “correggere” la decisione unilateralmente assunta e sanare una situazione di conflitto che non fa bene alla democrazia ed alla volontà di partecipazione popolare”.
(Ndr) - Ci sono e ci sono state cose e argomenti di cui la Regione non ha voluto occuparsi. Le ha rifiutate, punto e basta. La più vergognosa per la politica è stata rifiutare una vera e immediata riduzione degli stipendi dei consiglieri. La più assurda, il rifiuto caparbio e ostile verso L’Aquila di produrre una legge sulla ricostruzione. E così via. Includendo ovviamente la vicenda dei referendum ferocemente rifiutati. Oggi i candidati non parlano di queste cose, chiedono consensi ma eludono i problemi. E chiudono la legislatura con una ridicola mancanza del numero legale. La sigla del loro stile politico.
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