Gran Sasso: “Non sanno ma parlano e sparlano”
L’Aquila – (di MASSIMO CIALENTE, sindaco dell’Aquila) – Il consigliere regionale Maurizio Acerbo mi accusa di offendere e di insultare gratuitamente, con posizioni esasperate, esponenti di Rifondazione Comunista ed Associazioni ambientaliste abruzzesi. Il tutto nasce dalla mie decise dichiarazioni all’indomani della manifestazione di sabato scorso e successive dichiarazioni fatte da costoro che contro la sostituzione dell’impianto delle Fontari e la realizzazione, finalmente, dopo ben 19 anni, delle opera previste nel Piano d’Area approvato da Regione, Parco del Gran Sasso Monti della Laga e Comune dell’Aquila, 4 lustri fa.
Respingo con decisione le affermazioni di Maurizio Acerbo poiché, se la mia amministrazione è sempre alla ricerca del dialogo e del confronto, di diverse idee, che sempre permettono di trovare le migliori soluzioni, al contrario si indigna e non sopporta più posizioni pretestuose e soprattutto false, frutto di pressapochismo, di sentito dire, di vecchi slogan triti e ritriti che forse potevano valere nel secolo scorso. Mi colpisce che Maurizio Acerbo intervenga senza aver letto il piano industriale approvato dal Consiglio Comunale sulla base del quale abbiamo ottenuto il primo finanziamento di 20 milioni di euro.
Per il Gran Sasso, capirebbe che è un piano industriale che rilancia il turismo dell’intero comprensorio montano, rinnovando il modello prioritario della tutela dell’ambiente, teso sia all’arricchimento dell’offerta turistica nei mesi invernali, sia nei mesi estivi, ciò per attualizzare da un lato le grandi potenzialità turistiche legate alla montagna ed alla risorsa Parchi, dall’altro per assicurare, attraverso un’ offerta residenziale diffusa, la ricostruzione e rivitalizzazione delle frazioni aquilane e dei comuni montani colpiti dal sisma del 2009.
E’ tutto scritto, basta aver al voglia di leggerlo prima di parlare. Così come prima di parlare sarebbe il caso di vedere i progetti sia dell’area di San Pietro della Jenca, sia soprattutto il progetto di sostituzione delle Fontari. E’ falso che questo progetto interessi l’orto botanico ( la fune dell’impianto passa a 65 metri dall’orto ) è assolutamente falso che vi sia un rischio valanghe, così come è ridicolo, porre il problema che passa al di sopra di una strada, peraltro sempre chiusa d’inverno ed utilizzata come pista, quando in tutta Italia ed Europa, addirittura le funivie passano sopra a delle autostrade. Sarebbe inspiegabile e sbagliato piuttosto pensare di rimettere l’impianto delle Fontari esattamente dov’è attualmente in quanto anche uno studente di ingegneria al primo anno oggi capirebbe che in quel punto fu progettato sbagliando clamorosamente. Il nuovo impianto, spostato di pochi metri è nell’interno del Piano d’Area. Anche qui, prima di parlare, sarebbe stato sufficiente prendere le tavole del piano d’area stesso e del progetto. Io “non strumentalizzo le preoccupazioni dei lavoratori” ma da sempre come mio dovere mi faccio carico dei loro problemi e soprattutto, ripeto come mio dovere in passato di deputato ed oggi di sindaco, tento di assicurare loro la tranquillità di un lavoro certo e dignitoso in aziende efficaci ed efficienti, visto che l’epoca delle clientele, dei soldi bruciati o buttati al vento, è definitivamente finita. Maurizio Acerbo, infine, afferma che è triste constatare che le mie posizioni ed il mio linguaggio sulle tematiche ambientali sono sempre più affini alla destra. Sono molti anni che gli uomini di sinistra in Europa ed in Italia, si interrogano oggi su cosa sia di destra o cosa sia di sinistra. La destra e la sinistra nel nuovo secolo, di fronte ai mutamenti radicali del mondo, che nulla hanno a che fare con quello che erano le condizioni del secolo scorso, soprattutto quando molti di noi hanno fatto scelte di campo alla fine degli anni ’60, cioè in un altro mondo. Personalmente non ho le idee molto chiare ma mi sembra che non ce l’abbiano in parecchi. L’intera sinistra europea si interroga su questi temi. Nel mio piccolo, penso che oggi il modo vada diviso non fra destra e sinistra, ma fra conservatori ( per pigrizia, per interesse o per incapacità ) e progressisti. Quest’ultimi sono quelli che con fatica, con studio, cercando di praticare la buona politica, provano a rinnovare in questo complicatissimo mondo nuovo così profondamente cambiato, i valori della giustizia sociale, del diritto alle pari opportunità, alla salute ed al lavoro, e tutti con il rispetto del creato e dei beni collettivi.
L’Aquila deve avere un suo progetto di sviluppo non inseguendo il mito del grande P.I.L. ma per dare a tutti i suoi figli la possibilità di continuare a vivere in questa terra, difenderla e tramandarla a coloro che verranno domani. Il turismo, è una delle grandi vocazioni, una grande opportunità.
E’ progressista e di sinistra chi cerca di trovare una soluzione a questo. E’ di destra o conservatore, chi non cerca le soluzione appropriate e si chiude a riccio in vecchie e superate certezze.
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