UDU su situazione ADSU
L’Aquila – Scrive l’UDU, unione degli studenti: “Da ormai molti mesi l’ADSU è in una grave difficoltà gestionale e di funzionamento. Il complesso conflitto tra il vertice politico dell’Ente, il dirigente dell’Ente e le strutture amministrative e soprattutto il completo immobilismo da parte dell’Assessore Gatti, che ha la competenza sul diritto allo studio, ma a cui non si è mai interessato, hanno ormai paralizzato l’Ente per qualsiasi cosa. Oltre alle nostre, continue, denunce (pagamenti, mensa umane, polifunzionale coppito, servizi e convenzione in scadenza per la campomizzi, bar optimes), negli ultimi mesi è un susseguirsi di denunce di inadempienze: dai lavoratori dei servizi in appalto, ai lavoratori dell’adsu, fino alla lettera degli studenti residenti in Campomizzi.
Sono infatti diversi mesi che, nonostante le istanze, le mozioni, e anche le raccolte firme degli studenti, il Cda non solo non approva una risoluzione su quelli che sono i disservizi legati al diritto allo studio, ma non riesce neanche a discuterli in maniera collegiale all’interno del consiglio. Non si riescono più ad approvare neanche i verbali delle sedute! Siamo con l’Adsu ormai da tempo in una situazione di stallo e il rischio che si arrivasse a questo stallo è stato da noi, da ormai molto tempo, evidenziato anche all’assessorato e al servizio competente della Regione Abruzzo. In questo stallo è inevitabile che chi ai servizi dell’Adsu è “appeso” nel suo quotidiano, come gli studenti residenti in Campomizzi, arrivi alla fine all’esasperazione.
Per questi motivi sosterremo e difenderemo le iniziative di lotta che gli studenti residenti in Campomizzi decideranno autonomamente di intraprendere. Inoltre come organizzazione a difesa di tutti gli studenti, l’Udu intraprenderà le vie legali per il recupero della quota vitto per i beneficiari di borsa di studio per gli studenti di scienze umane, anche in considerazione di annunci in tal senso del Presidente dell’Adsu cui non sono seguite deliberazioni effettive con copertura economica. Infine, non permetteremo inadempienze sul pagamento totale della borsa di studio entro il 30 di giugno. La scadenza del 30 giugno è una scadenza prevista dalla normativa, motivo per cui se alla data del primo luglio non saranno state erogate le somme dovute ci attiveremo per il recupero delle stesse e dei danni connessi tramite vie legali.
Le inadempienze politiche e di “governance” degli enti pubblici, non possono inficiare i diritti di noi studenti e gli obblighi di una istituzione regionale nei nostri confronti. Se gli organi preposti non sono in grado di tutelare la vita degli studenti negli alloggi pubblici, le quote-vitto di umane, il funzionamento delle mense, il pagamento delle borse, la parola passa inevitabilmente alle
azioni di lotta e alle azioni legali.
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