Possibili malattie cardiache nei neonati figli di madri fumatrici: rischi maggiori dopo i 35 anni


( a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). Fumare in gravidanza può compromettere la salute del nascituro, eppure molte donne fumatrici non smettono neppure quando sono incinte: il 10-12% di loro non riesce neanche a ridurre il numero delle sigarette giornaliere. Anche se il fumo non comporta automaticamente un danno per la salute del nascituro, i rischi aumentano. E sono tanto maggiori quanto più alto è il numero di sigarette consumate. Il 40% delle donne italiane continua a fumare anche quando è in dolce attesa. Un dato allarmante causato, oltre che dalla difficoltà che incontrano le future mamme a smettere di fumare, anche dalla scarsa informazione sull’argomento che sarebbe invece indispensabile per motivarle a smettere. Una parte delle donne che smettono durante la gravidanza, poi riprende a fumare subito dopo l’allattamento proprio per il venir meno della forte carica motivazionale data dalla gravidanza. Fra i rischi legati agli effetti del fumo di sigaretta durante la gestazione , vanno ricordati in particolare l’aumento del rischio di aborto spontaneo, di prematurità del feto, il raddoppio del rischio di basso peso alla nascita e del rischio di mortalità perinatale, nonché un deciso aumento del rischio della sindrome della morte in culla (Sids) tra i figli delle fumatrici. Se una donna incinta fuma più di 20 sigarette al giorno, il rischio di un distacco della placenta, con conseguente morte del feto, è doppio rispetto a quello che corrono le madri non fumatrici. Secondo le stime dell’Istituto tedesco per la ricerca sul cancro di Heidelberg circa il 25% delle morti fetali e il 20% delle morti bianche potrebbero essere evitate se le donne fumatrici riuscissero a sottrarsi alla dipendenza del fumo entro la sedicesima settimana di gestazione. Per le future mamme che eliminano le sigarette durante le prime 13 settimane il rischio di morte fetale o di morte bianca è all’incirca uguale a quello delle madri che non hanno mai fumato. Ciò non significa comunque che il fumo nel primo trimestre di gravidanza non sia pericoloso, poiché soprattutto in queste settimane la nicotina e i molti additivi danneggiano lo sviluppo degli organi. Fumare durante la gravidanza può provocare malattie cardiache congenite ai bebè. Lo rivela un’ultima ricerca presentata ad un congresso di pediatria a Vancouver, secondo cui le sigarette durante il primo trimestre di gravidanza aumenterebbero fino al 70% il rischio di patologie congenite al cuore dei bambini. I ricercatori di Seattle hanno analizzato 14 mila casi di bambini nati con difetti cardiaci far il 1989 e il 2011. Al Seattle Childern’s hospital hanno analizzato i certificati di nascita e le cartelle cliniche degli ospedali dello Stato di Washington di oltre 14 mila bambini nati con difetti cardiaci fra il 1989 e il 2011, confrontandoli con oltre 62 mila nati sani. Dai certificati è stato anche possibile desumere se le madri fumassero durante il primo trimestre d’attesa e quanto. I nati da mamme fumatrici avevano dal 50 al 70% di rischio in più di avere difetti alle valvole cardiache e ai vasi che trasportano il sangue ai polmoni, e circa il 20% di rischio in più di avere difetti al setto atriale, cioè la presenza di fori nella parete che separa le due camere del cuore, anomalie che richiedono interventi invasivi per correggerle secondo quanto chiarito dagli autori in una nota dell’ospedale. Più si fuma e più si rischia e le donne fumatrici che hanno superato i 35 anni di età corrono rischi ancora maggiori, stando a quanto sottolineato da Patrick Sullivan, curatore della ricerca. Dallo studio risulta anche che circa il 10 per cento delle future mamme continua a fumare nei primi mesi d’attesa e gli scienziati stimano che il fumo sia responsabile dall’1 al 2 per cento di tutti i difetti cardiaci dl neonato.


07 Maggio 2014

Categoria : Salute & Benessere
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