Referendum e pregiudizi politici
Roseto – Scrive Pio Rapagnà (foto): “Il Comitato promotore intende avviare la raccolta delle 25.046 firme necessarie per avviare la iniziativa referendaria e presentare la richiesta di indizione e svolgimento di 3 Referendum regionali abrogativi, al fine di ridurre alcuni costi e sprechi della politica nella Regione Abruzzo. Si chiede la riforma, ed anche lo scioglimento, di tutta una pletora di Enti “strumentali” che gestiscono alcuni servizi pubblici essenziali, quali per esempio il Trasporto Pubblico Regionale, le Risorse Idriche, i Rifiuti, la Sanità, la FIRA, la Edilizia Residenziale Pubblica.
La necessità di dover “richiedere” lo svolgimento di questi “Referendum abrogativi regionali” è un “tentativo dal basso” di una possibile “riforma” e riduzione dei costi impropri e aggiuntivi della politica, proprio in Abruzzo dove in questi anni è stato evidenziato che il livello professionale in molte istituzioni locali è spesso assai modesto, soprattutto laddove la gestione della cosa pubblica è stata condizionata da interessi di parte, e dove la politica del personale ha seguito la logica del clientelismo, con scelte prive di riscontro in ordine alle mansioni svolte e perfino ai titoli di studio posseduti.
In Abruzzo, i comportamenti contrari ad doveri di ufficio indignano moltissimi Cittadini, i quali sono però indotti a rivolgersi, non alle Istituzioni legislative e amministrative preposte, ma al Pubblico Ministero presso la Corte dei Conti, per segnalare e denunciare lo spreco di denaro pubblico causato dalla inefficienza soprattutto di enti ed istituzioni locali, nei quali si sono affermati e consolidati nel tempo situazioni sempre più difficili da rimuovere senza alterare l’equilibrio dei consensi.
Dal 10 marzo scorso, l’Ufficio di Presidenza ed il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, hanno “bloccato e rinviato” lo stesso deposito dei 3 quesiti referendari e dei moduli per la raccolta delle firme, nonostante il “parere” richiesto al Collegio per le Garanzie Statutarie affermi che lo Statuto della Regione Abruzzo, nei sei mesi antecedenti e in quelli successivi l’elezione del Consiglio regionale, in realtà impone il divieto non dell’iniziativa referendaria, ma solo dello svolgimento del referendum abrogativo, e che, a stretto rigore, lo Statuto regionale nel semestre anteriore ed in quello successivo alle elezioni regionali preclude solo lo svolgimento del referendum.
Il “pre-giudizio politico” del Presidente Pagano è di una gravità costituzionale senza precedenti e, sembra, insuperabile. Per questo il Comitato Promotore si è rivolto direttamente al Consiglio regionale, chiedendogli di produrre “interpretazione autentica” degli Articoli della Legge Regionale n. 44/2007 considerati “controversi”, sia tra di essi e sia con gli Articoli 75, 76 e 77 dello Statuto della Regione Abruzzo, così come, tra l’altro, suggerito dallo stesso Collegio per le Garanzie Statutarie il quale, nel parere reso in merito, afferma che “la scelta è rimessa alla discrezionalità del legislatore regionale”.
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