L’Europa vale bene un’abolizione di test
Quella gentile signora di Lucca che si chiama Stefania Giannini, glottologa stimata, al momento ministro dell’Università , ha detto visitando Teramo sotto la pioggia, che abolirà i test a Medicina. Esortando tutti a votare per l’Europa, a partecipare alle grandi scelte (finora, diremmo spremute fiscali alla tedesca), la signora ha colto l’occasione per togliere di mezzo la causa di tanti magoni studenteschi. Superare un test per diventare studenti di medicina. Cosa difficile assai, di questi tempi, per il 99% degli studenti che, poverini, escono dalla scuola senza sapere neppure la decima parte di quello che si apprendeva diciamo negli anni Sessanta. Niente più geografia, pochissima scienza, storia quanto non basta, storia dell’arte azzerata, e tanta comprensione per i somari che, semplicemente, non studiano più e concordano le interrogazioni. Ma sono comunque stressati, sempre e dovunque, e da qualsiasi cosa. Dalla vita, forse.
Signora Giannini, lei fa politica e possiamo capirla. Lei viene in Abruzzo a dirci che toglierà i test, perché non sono piaciuti e sono stati definiti difficili, inadeguati, stralunati e fuori dalla realtà . E poi, lei lo sa perché insegna, ai giovani mica si può chiedere di imparare le cose, di questi tempi. O di sudare su un libro. Ma scherziamo. Vogliamo tanti somari nel nostro domani, ma ben nutriti e con tanti smartphone e roba così. Ma, secondo noi e non solo noi (che contiamo pochissimo e fra qualche tempo anche meno), più che abolirli, i test di dovrebbero preparare meglio, magari più adeguati alla disciplina alla quale saranno accesso. Più professionali, data per scontata una cultura generale (che risate…) e una struttura mentale logica costruita nella scuola. Insomma, cara signora, occorrerebbe un’altra Italia. Ma non è abolendo e tagliuzzando che l’avremo. Affolleremo soltanto le legioni degli inadeguati a tutto. E degli ultimi, indovini dove? In Europa.
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