Bullismo: gravi danni psicologici negli adulti abusati da bambini. Lo spiega un ricerca.


( a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). Con il termine “bullismo” si fa generalmente riferimento a tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino/adolescente – o da parte di un gruppo – definito “bullo” nei confronti di un altro bambino/adolescente percepito come più debole, ossia la “vittima”. Una recente indagine in Italia sul ”bullismo” nelle scuole superiori ha evidenziato che un ragazzo su due subisce episodi di violenza verbale, psicologica e fisica e il 33% è normalmente soggetto ricorrentemente ad abusi. Dai risultati dell’indagine emerge che le prepotenze di natura verbale e psicologica prevalgano rispetto a quelle di tipo fisico: il 42% dei ragazzi afferma di essere stato preso in giro; il 30% ha subito delle offese e il 23,4% ha segnalato di aver subito calunnie; nelle violenze di tipo psicologico, il 3,4% denuncia l’isolamento di cui è stato oggetto, mentre l’11% dichiara di essere stato minacciato. Il bullismo può assumere svariate forme, alcune evidenti ed esplicite, altre sottili e sfuggenti all’osservazione degli adulti, per cui ci sono tre tipologie che aiutano ad identificarlo meglio: bullismo fisico,bullismo verbale,bullismo indiretto. Gli effetti negativi del bullismo infantile potrebbero lasciare una traccia nel tempo, più negativa rispetto a quanto previsto, tanto che le sue vittime sarebbero in grado di sviluppare una maggiore possibilità di ammalarsi di depressione, di avere una cattiva salute e, dal punto di vista sociale, di rimanere disoccupati a mezz’età. A riferirlo, uno studio del Kings College London pubblicato sull’ “American Journal of Psychiatry”. Un precedente studio aveva svelato che gli effetti del bullismo infantile sulla salute mentale di un individuo, sulle sue relazioni sociali e emotive possono durare anche 15 anni. Ora, nel nuovo studio, i ricercatori londinesi hanno esteso questo periodo di sofferenza mentale, sociale e fisica a causa del bullismo subito durante l’infanzia a circa 40 anni dopo. Gli scienziati hanno coinvolto 7.771 volontari nati nel 1958: coloro che avevano subito atti di bullismo all’età di 7 e 11 anni risultavano patire un range di problemi sociali e di salute anche oltre i 50 anni di età. In particolare avevano minore salute mentale e peggiori capacità cognitive a 50 anni, e quelli che avevano subito più frequentemente atti di bullismo avevano il doppio delle probabilità di soffrire di depressione, oltre a un maggior rischio di disordini ansiosi e di pensieri suicidi. Detto ciò, si deduce facilmente quanto il bullismo sia da contrastare radicalmente per poter permettere al soggetto di crescere in armonia con se stesso e con gli altri, rinforzando la stima che ognuno di noi deve avere non solo verso la propria persona, ma anche nei confronti di chi ci sta accanto affinché la cultura e le abitudini “cooperative” prendano il sopravvento sulla cultura della sopraffazione, della prepotenza e della violenza. Solo se si riuscirà a superare la tendenza del bullismo a crescere, probabilmente sarà anche possibile sperare in una società migliore in cui prevalga la tolleranza verso la diversità, con l’obiettivo primario di un ambiente sano destinato a futuri adulti integrati e responsabili.


23 Aprile 2014

Categoria : Salute & Benessere
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