Nucleare? Ci beccheremmo il veleno del fall-out altrui: siamo circondati da 13 impianti


L’Aquila – (di G.Col.) – PERCHE’ DOBBIAMO AVER PAURA ANCHE DEI TERREMOTI … DEGLI ALTRI – Poiché è fuori di dubbio che la madre dei cretini sia sempre incinta (chi saranno i responsabili?), ecco un avvertimento della natura che ci mette in guardia. Ad essere rigorosi, neppure ce lo meriteremmo, tanto siamo sciocchi e autolesionisti. Ma, chi sa, forse la natura è meno matrigna di quanto si dica.
L’allarme, la spia rossa che si è accesa questa mattina intorno alle 11 è stato un forte terremoto (4,7 di magnitudine locale) in Slovenia, ad un tiro di schioppo da Trieste, dove la paura è stata tanta. Molte altre scosse, come sempre, prima e dopo quella finora più forte. Il territorio colpito (tra l’altro con un ipocentro molto superficiale a poco più di 4 km nel sottosuolo) è quello che ospita la centrale nucleare (gestita da Slovenia e Croazia) di Krsko, o Krisko. Non sapremo mai la verità su cosa è davvero accaduto lì dentro, ma, a quanto pare, non vi sarebbero stati danni. Speriamo.
Quanto è capitato ci riguarda molto da vicino. Prima di tutto quando si parla di terremoti, siamo in qualche misura sempre coinvolti, e secondo molti ci sono nessi tra gli eventi anche a grande distanza. Sarà un caso che da alcuni giorni si sono intensificate le scosse sia in Umbria che nel Reatino e nel vicino Aquilano. Sarà un caso il leggero terremoto – ieri, anche se la taciturna stampa non ne ha parlato – addirittura in provincia di Pescara (Brittoli), area ritenuta non sismica. Speriamo che siano casi. Certo, nessuno può esserne certo. Tanto meno gli scienziati, che come preferiscono spesso fare, tacciono.
Ci riguarda tutto intero l’Adriatico, e qualsiasi evento geologico o sismico in questo mare tanto irrequieto, ci coinvolge. Ci riguarda il vecchio progetto, che pare tramontato, di una centrale nucleare nei dintorni di Termoli, nel Molise. Dove, per ora, roteano centinaia di pale eoliche.
La situazione di rischio in cui viviamo non viene solo dai terremoti, ma con i terremoti è connessa: infatti, oggi a Trieste e in Slovenia la preoccupazione principale era sapere se la centrale aveva riportato danni o meno.
Se così fosse stato, l’Italia sarebbe stata investita da nubi quanto meno tossiche. Se non radioattive. Il problema è questo ed è onesto parlarne perché tutti lo conoscano, e tutti sappiano fino a quale tasso di cretineria abissale è arrivato il nostro paese.
Da tredici anni l’Italia ha chiuso col nucleare, ma 13 centrali straniere sono a un passo da casa nostra e l’Agenzia nazionale per la protezione ambientale, le considera come se fossero praticamente nel territorio italiano, ai fini delle conseguenze di un incidente rilevante sulla popolazione e sugli ecosistemi naturali. Così scrivevano i giornali qualche tempo fa.
Le 13 centrali che si trovano a meno di 200 km dai nostri confini sono quelle di: Phenix, Tricast, Cruas, Saint-Alban, Bugey e Fessenheim in Francia; Muenleberg, Goesgen, Beznau e Leibstadt in Svizzera; Grundemmingen e Isar in Germania; Krsko in Slovenia. Lo precisa il Corriera della Sera. Lo si può leggere su molti siti on line, non di quelli che sparano balle incredibili, ma quelli reputati più attendibili.
Le nostre regioni confinanti con le centrali elencate subirebbero il fall-out di un’eventuale nube di particelle radioattive liberata nel caso di un incidente. Le province italiane più direttamente interessate sono Cuneo, Torino, Aosta, Varese, Sondrio, Bolzano, Udine e Trieste. Già, proprio Trieste, che oggi ha tremato e non solo per il terremoto.
Gli incidenti nelle centrali nucleari sono alquanto frequenti, anche se si riesce a controllarli, o almeno così ci viene garantito. Con i terremoto il discorso cambia. Le nubi radioattive corrono libere e veloci nei cieli anche per migliaia di miglia. Possono girare attorno al mondo. Chi ha dimenticato i vegetali radioattivi persino sul Gran Sasso, lato est, dopo Chernobyl? Solo chi vuole dimenticare, o ha la testa vuota per natura.
A questo ci ha portato l’ambientalismo da strapazzo all’italiana (lo stesso che non si è mai accorto del superdeposito di veleni presso Bussi) che ci ha indotti a rifiutare le centrali (in Europa ce ne sono centinaia, 50 solo nella vicinissima cugina Francia, diverse persino nella linda Svizzera), ma ad avere quelle degli altri quasi dentro casa. Noi paghiamo la corrente elettrica esattamente il doppio di ogni altro paese europeo. E’ uno dei veri motivi della crisi che ci sta stroncando. Loro ce la vendono, dopo averla prodotta o con il nucleare o bruciando i nostri rifiuti, che spediamo a caro prezzo oltre confine. Sì, perché paghiamo perché li ritirino, li brucino, ne facciano corrente e la rivendano al paese degli imbecilli con patente. L’Italia.
Noi siamo quelli che rifiutano le centrali (nucleari ma anche a biomasse, tutte…), non vogliono le pale eoliche, non vogliono pagare l’energia troppo cara, non vogliono ridurre i consumi ma rifiutano trivellazioni di ogni tipo. Viene il sospetto che, soprattutto, in questo paese manchino le idee chiare e le consapevolezze. O, più semplicemente, che manchino le idee. Cosa che, alla lunga, gioca a favore dei politici arruffoni, ipocriti e avvezzi a cavalcare tigri sotto elezioni. Siamo messi davvero male. Senza ancora aver toccato il fondo del barile.


22 Aprile 2014

Categoria : Cronaca
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