Pensierino e d’Annunzio


(Nemo) – Ieri, percorrendo la A-24, lato Teramo, le turgide tettone della Bella Addormentata (il Gran Sasso secondo d’Annunzio, visto dall’Adriatico) erano spolverate di neve fresca. L’Addormentata riposava nel suo sonno senza tempo distesa su un giaciglio gelido, ancora una volta nel cuore del mese più primaverile. Neve fresca, scesa fino a Casale San Nicola già nell’ombra serale prima delle 18.
Dall’altra parte, lato aquilano, il bianco era fin quasi ad Assergi. Nemo pensava a quanti mesi di aprile, andando indietro negli anni, hanno portato neve e freddo, e spesso anche gelate che stroncano le fioriture degli alberi da frutta. Tanti, quasi tutti. Aprile è un’illusione di primavera, un inganno con agguato freddo.
Lo fu anche l’aprile del 2009, poco dopo la fine della prima vita e l’inizio della seconda. Un lungo filo di gelo che corre da dicembre ai primi di maggio. La conferma di una solenne banalità che è assolutamente veritiera: le mezze stagioni non esistono più… Ma il Vate, dal suo Adriatico selvaggio, preferiva le tettone dell’Addormentata ai pensieri sui ritorni d’inverno. Non gli si può dare torto.


16 Aprile 2014

Categoria : Rubrica
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