11° Rapporto “Osservasalute”: in Italia crescono i sedentari, diminuiscono fumo e alcol, aumentano gli anziani
( a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). Nel 2012 il consumo di alcol, soprattutto quello problematico, e il fumo hanno registrato in Italia valori negativi. I consumatori di alcol sono passati dal 65,7% del 2011 al 65% del 2012. La prevalenza dei non consumatori (astemi e sobri negli ultimi 12 mesi) nel 2011 era pari nel al 33,6% ed e’ aumentata rispetto all’anno precedente di 0,9 punti percentuali. Un aumento, quello rispetto al 2010, statisticamente significativo sia a livello nazionale che regionale, soprattutto in Toscana e Abruzzo. E’ quanto si legge nell’undicesimo Rapporto Osservasalute, realizzato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi, e presentato questa mattina all’universita’ Cattolica. Il Rapporto rileva che, sebbene di poco, continua a crescere la percentuale di italiani che ha problemi con la bilancia: complessivamente, il 46% dei soggetti dai 18 anni in su e’ in eccesso ponderale (era il 45,4% nel 2009, il 45,9 nel 2010, il 45,8 nel 2011). Nel periodo 2001-2012, infatti, e’ aumentata la percentuale delle persone in sovrappeso (33,9% vs 35,6%), soprattutto e’ cresciuta la quota degli obesi (8,5% vs 10,4%). Nel 2012, oltre un terzo della popolazione adulta risulta in sovrappeso (35,6%). Una situazione che, da un punto di vista regionale, coinvolge piu’ le popolazioni del Sud: Puglia 12,9% e Molise 13,5% hanno la maggiore prevalenza di persone obese, mentre Basilicata 39,9% e Campania 41,1% quella di persone in sovrappeso. Il sovrappeso cresce con l’avanzare dell’eta’, se e’ vero che, come si evince dall’indagine, il sovrappeso passa dal 15,8% della fascia di eta’ 18-24 anni al 45,8% tra i 65-74 anni, mentre l’obesita’ dal 2,8% al 15,9% per le stesse fasce di eta’. A livello di genere, gli uomini sono piu’ grassi delle donne: e’ in sovrappeso il 44,2% dei maschi rispetto al 27,6% delle femmine; e’ obeso l’11,3% degli uomini e il 9,5% delle donne. Sovrappeso e obesita’ non risparmiano neanche bambini e adolescenti, soprattutto maschi: nel biennio 2011-2012, infatti, il 26,9% di ragazzi tra i 6 e i 17 anni era in eccesso di peso. Un fenomeno, anche in questo caso, piu’ diffuso tra i maschi che tra le femmine (30,1% contro il 23,6%) e piu’ marcato al Meridione rispetto al Settentrione: le prevalenze di sovrappeso ed obesita’ tra i minori aumentano significativamente passando dal Nord (22,7%) al Sud (34,6%), con percentuali particolarmente elevate in Campania (40,6%), Sicilia (33,3%), Molise e Basilicata (32,9%) e Calabria (30,5%). Ridotte disponibilita’ economiche familiari, basso livello d’istruzione e presenza di almeno un genitore in sovrappeso sembrano aumentare le possibilita’ per i piu’ piccoli di essere in sovrappeso. Se entrambi i genitori sono in eccesso di peso, la percentuale di bambini e adolescenti dai 6 ai 17 anni in sovrappeso sale al 38,1% rispetto alla percentuale del 28,1% (solo madre in sovrappeso) e del 26,5% (solo padre in sovrappeso). La quota di bambini in sovrappeso con entrambi i genitori normopeso scende al 20,4%. Restano pochi gli sportivi: meno di un italiano su quattro, infatti, pratica uno sport in modo costante (il 21,9% della popolazione dai 3 anni in su). Questo nonostante si registri anche una lieve riduzione dei sedentari. Il 9,2% degli italiani, invece, pratica sport in modo saltuario. Coloro che, pur non praticando uno sport, svolgono un’attivita’ fisica (come passeggiare per almeno 2 km o nuotare o andare in bicicletta) sono il 29,2% della popolazione, mentre i sedentari sono circa 23 milioni, pari al 39,2%, dato che mostra una lieve diminuzione dal 2011 quando erano il 39,8%. Quanto infine al consumo di frutta e verdura, complessivamente gli italiani di 3 anni e oltre che consumano quotidianamente verdura, ortaggi e frutta (VOF) costituiscono una percentuale abbastanza stabile negli ultimi, attestatasi all’85% nel 2011 come valore nazionale. Nel 2012 il consumo di alcol, soprattutto quello problematico, e il fumo hanno registrato in Italia valori negativi. I consumatori di alcol sono passati dal 65,7% del 2011 al 65% del 2012. La prevalenza dei non consumatori (astemi e sobri negli ultimi 12 mesi) nel 2011 era pari nel al 33,6% ed e’ aumentata rispetto all’anno precedente di 0,9 punti percentuali. Un aumento, quello rispetto al 2010, statisticamente significativo sia a livello nazionale che regionale, soprattutto in Toscana e Abruzzo.Tra i consumatori di alcol, si evince ancora dall’indagine, si riduce la prevalenza di consumatori a rischio per maschi e femmine dagli 11 anni in su: nel 2011 e’ stata pari al 23,9% per gli uomini, con una riduzione di 1,5 punti percentuali rispetto al 2010, e al 6,9% per le donne, con una riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto al 2010. Continua a calare anche il numero di fumatori, ma non grazie alle persone che smettono, quanto alla diminuzione di coloro che iniziano: infatti mentre nel 2010 fumava il 22,8% degli over-14 e nel 2011 il 22,3%, nel 2012 la percentuale e’ scesa al 21,9%. Per contro, non si e’ registrato un aumento di persone che hanno smesso di fumare, anzi se nel 2011 il 23,4% degli over-14 aveva smesso nel 2012 tale percentuale e’ scesa al 22,6%. Nelle abitudini di fumo non si rilevano grandi differenze a livello territoriale, sebbene le due regioni in cui si fuma di piu’ sono al Sud (Sicilia 24,5% e Campania 24,6-%), mentre quelle in cui si fuma di meno sono al Nord (Valle d’Aosta 15,5% e PA di Trento 18,2%). Piuttosto omogenea risulta la prevalenza sul territorio di ex- fumatori, con tassi maggiori in Friuli Venezia Giulia (26,5%) e Umbria (26,9%). Al contrario, il maggior numero di non fumatori si registra in due regioni meridionali: Calabria (60,1%) ed Puglia (60,9%). Dal punto di vista della prevalenza di genere, l’indagine rileva che gli uomini fumatori sono il 27,9%, mentre le donne il 16,3%. Due sono, infine, le fasce di eta’ in cui il tabagismo e’ maggiormente diffuso: i giovani di 25-34 anni e gli adulti di 45-54 anni, in cui quasi tre persone su dieci sono fumatori (rispettivamente, 28,6% e 28,7%).Sempre piu’ anziani, fragili e non autonomi: sono gli italiani secondo quanto rilevato ancora dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi. Mentre gli italiani invecchiano, si dirada sempre di piu’ il “futuro del Paese”, i bambini e i giovani, con una riduzione degli individui potenzialmente in eta’ da lavoro. Un bilancio negativo alleggerito solo grazie ai cittadini stranieri, la cui demografia e’ a favore delle classi di eta’ piu’ giovani. La popolazione piu’ anziana e’ soprattutto donna e sono piu’ che raddoppiati in dieci anni gli ultracentenari. L’Indice di vecchiaia, inserito per la prima volta nel Rapporto, descrive un’Italia sempre piu’ anziana. Calcolato per il complesso dei residenti (italiani piu’ stranieri), infatti esso e’ pari nel 2011 a 148,7: in altre parole, ogni 100 giovani di eta’ minore di 15 anni risiedono in Italia oltre 148 persone di 65 anni e oltre. Questo indice assume valori particolarmente elevati in Liguria (238,4 per 100), Friuli Venezia Giulia (190 per 100) e Toscana (187,3 per 100). All’opposto, valori contenuti si sono registrati in Campania (101,9 per 100), nella PA di Bolzano (111,1 per 100) e Sicilia (126,2 per 100). Per comprendere quanto gli stranieri contribuiscono al “ringiovanimento” della popolazione, basti pensare che il loro indice di vecchiaia e’ pari all’11,6. Quanto invece all’eta’ da lavoro, l’Indice di dipendenza dice che a livello nazionale tale indice e’ pari a 53,5, cioe’ ogni 100 persone in eta’ attiva (15-64 anni) ce ne sono 53,5 che per motivi di eta’ sono potenzialmente da loro “dipendenti”. Anche in questo caso il valore piu’ elevato si registra in Liguria (63,8 per 100), mentre quello piu’ contenuto in Sardegna (47,7 per 100). Lo stesso indicatore calcolato per i residenti stranieri e’ pari a 29,1 (per 100). Osservando le fasce di eta’ che compongono la popolazione, si evince che nel 2011 I cittadini in eta’ 65-74 anni rappresentano il 10,5% del totale dei residente. I valori regionali variano da un minimo dell’8,7% della Campania a un massimo di 13,1% della Liguria. Si conferma il differente peso della popolazione in eta’ 65-74 anni tra gli italiani e gli stranieri: infatti, per la componente italiana questi rappresentano l’11,1% della popolazione residente contro l’1,7% della componente straniera. I “molto anziani” (75-84 anni) rappresentano invece il 7,5% del totale della popolazione, mentre risultano piu’ che raddoppiati (dal 2002 al 2011) gli ultracentenari, passati da poco piu’ di 6.100 a 13.500. Tanto tra gli ultracentenari, quanto in generale nella popolazione anziana, le donne rappresentano la percentuale piu’ elevata: il 53,3% nella fascia 65-74 anni, il 58,9% in quella 75-84 anni, il 69,6% tra i grandi vecchi (85 anni e oltre) e l’82,8 degli ultracentenari. L’invecchiamento della popolazione e’ dovuto a una diminuzione della mortalita’ tra 0 e 84 anni: nel 2010, la speranza di vita alla nascita era di 79,4 anni per gli uomini e 84,5 anni per le donne. Complessivamente, dal 2006 gli uomini hanno guadagnato un anno di vita (365 gg) e le donne 0,5 anni (ovvero 183 gg).
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