“Casa studente, ecco cinque domande”
L’Aquila – Tommaso Tani scrive: “Al Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, All’Arcidiocesi di L’Aquila.
Poche settimane fa è nata una polemica tra gli studenti – in particolare dell’Unione degli Universitari – e la Curia aquilana in merito alla gestione della nuova Casa dello studente “San Carlo” costruita dalla Regione Lombardia con i soldi del Fondo per le areee sottoutilizzate (Fonte sito Reg.Lombardia) e che ora è gestita dall’Arcidiocesi di L’Aquila, senza alcun tipo di procedura pubblica di accesso ai posti letto realizzati.
Per questo chiedo di rispondere pubblicamente a queste cinque domande non retoriche che a mio parere chiariranno una volta per tutte quali meccanismi si sono innescati per arrivare alla situazione di fatto in cui ci troviamo ora. Ritengo che in un paese normale, dove non sia abitudine agire nell’ombra e a privilegio di pochi, questo tipo di operazione siano effettuate di norma con la massima trasparenza.
1) Allo scadere dei trent’anni previsti dall’accordo di programma, la proprietà dello stabile tornerà al nudo proprietario, cioè la Curia di L’Aquila, come previsto dagli art. 952 e ss. c.c.?
2) Esiste un accordo di programma tra la Curia, le regioni Abruzzo e Lombardia ed il Comune de L’Aquila per affidare la gestione della C.d.s. all’ADSU? Se si, in che modo è stato reso nullo, trattandosi di un accordo vincolante?
3) Esiste un bando pubblico e pubblicato per l’accesso ai posti della C.d.s. San Carlo? E se esiste, quali sono i criteri con i quali si è stabilita una graduatoria? – se c’è e non sia stato invece utilizzato il criterio del primo che arriva.
4) Chi sono stati i beneficiari dei posti alloggio? Intendo nomi e cognomi, così come le graduatorie delle C.A.S.E., dei posti alla Reiss Romoli etc..
5) Chi avrà diritto all’alloggio nella C.d.s. San Carlo dovrà versare una quota, per quanto simbolica o agevolata? E se si, a chi dovrà essere versata?”.
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