Gli “dei” degli stadi

Riceviamo da Franco Taccia: “Giuliano Taccola, Renato Curi, Andrea Cecotti, Marc Vivien Foè, Miklòs Fehér, Paulo Sergio Oliveira da Silva detto Serginho, Antonio Puerta, Phil O’Donnell, Daniel Jarque, Naoki Matsuda, Piermario Morosini.
Oggi ricorre il secondo anniversario della morte di Piemario Morosini, l’ultimo fra quelli che gli appassionati di calcio sono abituati a considerare gli “dei” degli stadi, gli eroi della domenica, appunto. E quando un eroe, anche se soltanto di quella cosa effimera che è il gioco del calcio, muore improvvisamente, per giunta sul campo, mentre corre dietro la sfera di cuoio, il senso di smarrimento sembra anche maggiore.
Per ognuno di loro una storia che nasce più o meno uguale per tutti, come per i milioni di bambini che da subito, o per predisposizione o perchè se lo trovano davanti, cominciano ad avere il pallone da calcio non come attrezzo per il gioco ma come una sorta di compagno silenzioso. Non importa che poi qualcuno sia diventato famoso e qualche altro, come Andrea Cecotti, se ne sia andato per sempre con indosso la maglietta della ProPatria che quel giorno maledetto militava in C2. Restano l’amarezza, lo stupore, il senso di impotenza e disperazione, come accadde mentre la vita lasciava Piermario Morosini durante Pescara Livorno, il 14 aprile del 2012.
Chissà se mai qualche scrittore racconterà in un libro le storie di tutti loro, ragazzi nel pieno del vigore, con i loro sogni, le loro ansie, i loro affetti; tutto svanito mentre il buio copriva per sempre i loro occhi.
Di quelli come Giuliano Taccola che accusò un malore negli spogliatoi dell’Amsicora, il vecchio stadio dove si incontravano Roma e Cagliari o come Phil O’Donnell, scozzese del Motherwell che muore il 29 dicembre del 2007 subito dopo aver segnato un goal al Dundee United, con un epilogo che neppure la penna del più bravo narratore avrebbe potuto immaginare più tremendo.
Per chi segue il calcio con passione resta solo il ricordo, sempre nitido malgrado lo scorrere inesorabile del tempo, di quei volti di ragazzi che a distanza di anni nessuno riesce a far invecchiare.