Entro settimana chiuse tutte tendopoli, ma ancora aperti mille problemi


Tendopoli stadio rubyL’Aquila – La Protezione civile ha fatto sapere oggi ad alcuni organi di stampa che entro la fine di questa settimana tutti i campi di assistenza saranno smantellati. “Abbiamo avviato le operazioni per lo smantellamento finale delle tendopoli – spiega la PC – e questo rappresenta un risultato importante. Sono stati sette mesi difficili per chi li ha vissuti in tenda, malgrado i campi fossero dotati di buone strutture per affrontare l’emergenza”. La notizia segue le assicurazioni dei giorni scorsi, l’ultima delle quali, attribuita a Guido Bertolaso, parlava di “un tetto” prima di Natale a tutti coloro che ne hanno bisogno. Per tetto deve intendersi, naturalmente, qualcosa di diverso da una tenda, quindi anche una sistemazione in albergo, in qualche caso anche a notevole distanza dalla città di residenza. Tali ipotesi sono impraticabili per molte persone: chi ha lavori parziali e precari e non può certo fare del pendolarismo, anziani, malati che hanno bisogno dei loro medici e di continui controlli della salute, giovani al primo impiego o in attesa di un lavoro, sia pure precario, e così via.
S.Apollonia
I continui annunci che vengono fatti filtrare attraverso una parte dei massmedia (alcuni sono del tutto esclusi dagli elenchi della Protezione civile, che evidentemente non vuole rischiare domande imbarazzanti o peggio critiche) non rendono più chiara la situazione degli sfollati. Sarebbe più giusto e trasparente dire le cose chiaramente e rispondere a tutte le domande. Per esempio questa: c’è un progetto preciso e chiaro sulle sistemazioni “sotto un tetto”? Quale tetto e dove? Quante case e quanti map ci sono o arriveranno, e quando? Risolvere il problema degli sfollati non può significare, dopo quasi otto mesi, dislocarne molti “altrove” per chi sa quanto altro tempo. Silenzio anche sulla situazione assurda di chi aveva l’assegnazione di una casa, o ci contava a breve termine, trovandosi in zona rossa, ma si sente dire che non ha più diritto ad una casa. Questo perchè la “sua” zona non è più rossa: ha cambiato colore! Qualcuno ha deciso (non si sa però chi) di cambiare e riperimetrare, ignorando il fatto drammatico che spesso le case divenute agibili, o prossime a diventare tali, sono circondate da macerie o edifici terribilmente pericolanti e pericolosi. Tutti hanno avuto pazienza e hanno anche apprezzato la Protezione civile, ma dopo otto mesi di sofferenze, privazioni, esili forzati, pendolarismo esasperante, disagio psicologico traumatizzante, stress anche debilitante con effetti somatizzati, e infine pura e semplice paura delle scosse interminabili, si averebbe diritto alla chiarezza e a soluzioni meno drastiche e talvolta anche “sbattute in faccia” senza garbo e senza complimenti.
La Protezione civile ha meriti e diritti, deve far presto e senza molti complimenti. Ma la gente ha un uguale, se non superiore, numero di diritti, primo dei quali quello di essere rispettata e trattata con garbo, tatto e considerazione. Tutti ricordino che ogni cosa avviene con i soldi dei cittadini italiani e con le ingenti donazioni giunte da ogni dove. Non sappiamo, ovviamente, nè mai sapremo, esattamente quante e da chi. perchè è una sorta di incomprensibile segreto di Stato, ma è notorio che sono ingenti e rilevanti. E destinate alla gente, non ad altri.


23 Novembre 2009

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati