A Italo Grossi un parco che sarà per sempre


L’Aquila – (di G.Col.) – Breve chiacchierata con il sindaco Massimo Cialente, non su guai e problemi, o almeno non solo su quelli, ricordando una persona che manca alla città come se fosse scomparsa ieri, Italo Grossi. E invece sono otto anni, da quel febbraio 2006 in cui la notizia della sua morte commosse la città. Cialente ha avuto l’idea di dedicare a Grossi non una strada, una piazza, un luogo toponomastico come tanti altri. Vuole legare al suo nome il Parco delle acque che, con idea felice, il Comune intende realizzare – e speriamo lo faccia davvero subito – appena dietro la fontana delle 99 Cannelle: un’altura verdeggiante e ricca di acque. Un luogo in cui, con tutta probabilità storica, L’Aquila nacque prima che si chiamasse L’Aquila, prima della fondazione medievale. E trasse il nome derivante – si ipotizza ragionevolmente – dalla parola acqua. La città dell’acqua, delle scaturigini serpeggianti tra le rocce carsiche del sottosuolo. Degli zampilli e degli argentei bagliori alla luce forte del Sole, quando il cielo è limpido, come ormai solo in poche città può essere.
Spero – dice il sindaco – che quel parco e quel nome diventino un posto in cui vedersi, fra alcuni anni, dicendo ‘Ci vediamo al Grossi’ “…

Legare il nome di Italo ad uno scorcio di natura così aquilana, così genuina, è un’idea azzeccata. Ricordiamo il Grossi abituato a percorrere ogni giorno chilometri a piedi – lui che non aveva auto e solo molto tardi si piegò, restìo, all’esigenza del cellulare – a passo deciso. L’uomo che dietro ruvidezze apparenti, con aspre vigorìe dialettiche e ideologiche (aveva una singolare gentilezza d’animo, riservata a chi stimava), nascondeva l’amore per la semplicità, persino per le conserve fatte in casa con le sue mani, ordinatamente allineate su scaffaletti di legno costruiti con pazienza e su misura. Piccole cose segrete e personali. Come la lettura per diletto dei lirici greci, di quelli che si conoscono al liceo e poi si dimenticano durante la vita. L’affezione per i libri di qualsiasi argomento e genere. Persino qualche vena sporadica di romanticismo nascosto nell’intimo. O ricordi inattesi di notti romane dei dorati anni settanta, capodanni lontanissimi alla Rupe Tarpea, un datato locale della capitale vicino a via Veneto.
Italo non se n’è andato, lo vedremo muoversi a passo marziale tra i sentieri, le aiole, gli zampilli millenari del Parco delle acque. Sarà di ferro la sua stretta di mano, lo sguardo azzurro. Ci sarà anche quando questa sua sfortunata città rialzerà davvero la testa. E ancora dopo, nel tempo, sempre con gli umili, o con gli amici. Gagliardamente.


10 Aprile 2014

Categoria : Cronaca
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