USA, studente accoltella 20 coetanei: le stragi scolastiche si ripetono, sconcerto
( a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). Sono frequenti i casi di violenza giovanile legati ad atti estremi, il più delle volte con protagonisti ragazzi aventi seri problemi legati alla sfera socio-relazionale, ma ritenuti non “pericolosi”. Ad insanguinare la normale vita adolescenziale, l’ultimo fatto di cronaca accaduto alla Franklin Regional High School di Murrysville, a una ventina chilometri da Pittsburgh. La polizia ha tratto in arresto un giovane, ora sottoposto ad un interrogatorio, mentre la scena del crimine vede alcuni feriti, tutti tra i 14 e i 17 anni, attaccati duramente a coltellate dal sospettato. Naturalmente, a scopo preventivo, nella zona sono state sospese le lezioni presso le scuole medie ed elementari che sono ubicate nello stesso campus, un polo didattico frequentato da 3600 studenti. Attualmente sono descritte come gravi le condizioni di sette tra i venti studenti accoltellati, con ferite al petto, all’addome, alla schiena, cosa che non esclude il pericolo di vita, in particolare in due casi, mentre nello stessa furiosa aggressione sarebbe stato ferito anche un adulto. Il ragazzo arrestato, ora sotto controllo, avrebbe condotto il suo folle gesto – durato ben quindici minuti- all’ingresso del liceo, spostandosi poi in alcune classi prima dell’inizio delle lezioni, all’incirca intorno alle sette, forse qualche minuto dopo, La scuola, poco dopo l’aggressione, ha pubblicato sul suo sito il seguente messaggio: “Un drammatico incidente si è verificato alla scuola superiore. Tutte le lezioni della scuola elementare sono cancellate, gli studenti di medie e superiori sono al sicuro”. Una studentessa, Kari Lee, ha reso noto alla Nbc News di aver notato, recandosi a scuola, la fuga caotica dei compagni intenti a strillare: “Andate alle vostre macchine! C’è uno che sta accoltellando la gente!”.Ciò riporta alla memoria il tema delle “stragi scolastiche”, in particolare il massacro della Columbine High School avvenuto il 20 aprile 1999 negli Stati Uniti, che riguardò alunni e insegnanti di una scuola superiore del distretto amministrativo di Columbine, non lontano da Denver (Colorado): due studenti della Columbine High School, Eric Harris e Dylan Klebold, si introdussero nell’edificio armati e aprirono il fuoco su numerosi compagni di scuola e insegnanti. Al termine della sparatoria rimasero uccisi 12 studenti e un insegnante, mentre 24 furono i feriti, compresi 3 che erano riusciti a fuggire all’esterno dell’edificio. I due autori della strage morirono suicidi a loro volta, asserragliati all’interno della scuola dopo che le squadre SWAT della polizia erano intervenute a circondare la zona. Tale fatto è ritenuto il più sanguinoso episodio di violenza in una scuola nella storia degli Stati Uniti dopo quello della Bath School (1927) e, successivamente, del Virginia Tech (2007) e della Sandy Hook Elementary School (2012).Al criminoso gesto dei due studenti fece seguito un lungo e acceso dibattito nazionale sulla legislazione statunitense riguardante il controllo sulla vendita e la reperibilità delle armi da fuoco, nonché la loro detenzione. Non mancarono dibattiti anche sul fenomeno del bullismo nelle scuole e sull’impatto di film e videogiochi. Nel 2003 venne raccontata la strage compiuta da due studenti nei confronti di compagni e professori nel liceo americano di Columbine: si tratta “Elephant” di Gus Van Sant. Ma quali sono i tratti distintivi di un ragazzo incline a tali gesti? Particolarmente illuminante è il caso di Adam Lanza che uccise 26 persone nella scuola elementare Sandy Hook di Newtown, nel Connecticut. Sentendo chi lo conosceva, Lanza era affetto dalla sindrome di Asperger, un disturbo pervasivo dello sviluppo, con evidenti legami all’autismo, caratterizzato da difficoltà nelle interazioni sociali. Introverso, impacciato nelle relazioni con gli altri, questo ragazzo era però dotato di un’intelligenza raffinata. Un soggetto con un alto quoziente intellettivo, taciturno, visibilmente molto perturbato, una mina vagante pronta a esplodere, profondamente disturbato, affetto da problemi mentali, uno spirito inquieto. Così Adam Lanza venne descritto da chi ebbe modo di trattarci. Al liceo di Newton, dove aveva studiato, nel 2007 aveva dato una brillante prova di sé ricevendo il “High honor”, un’onorificenza riservata agli studenti migliori. Adam primeggiava anche per il suo modo di vestire, adorando le camicie abbottonate sino al collo. Uno stile austero, nulla a che fare con quello degli altri ragazzi. La passione per le armi l’aveva ereditata dalla madre, che in casa deteneva una collezione di fucili e pistole, cosa che la induceva a portare i suoi figli, Adam e Ryan, al poligono dove tutti e tre si cimentavano a sparare. Tuttavia, a quanto si è visto e detto, non sono solo le armi da fuoco a rappresentare un potenziale pericolo per via della facilità con cui è possibile detenerle negli Usa, vista che anche un comune coltello può dare luogo a delle stragi: la prevenzione mentale prima di tutto.
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