Allievi cinema e Dompè sulle 3 e 32
L’Aquila – Ore 3:32: l’orologio digitale, che si ferma quando quei drammatici secondi del 6 aprile 2009 hanno squassato dalle viscere della terra a L’Aquila, e’ il simbolo di un momento da non dimenticare. Ma anche della voglia di riprendersi, di recuperare la propria vita, di veder rinascere la propria citta’.
A raccontare i momenti del terremoto, la paura, il ritorno alla normalita’ e la speranza in una ricostruzione strutturale e sociale, sono i fotogrammi del cortometraggio “3:32″, realizzato dagli allievi della Scuola nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia dell’Aquila.
L’iniziativa, voluta da Dompe’ – una delle principali aziende biofarmaceutiche italiane – nel proprio impegno di responsabilita’ sociale d’impresa, e’ stata presentata oggi presso l’Auditorium di Renzo Piano all’Aquila. Presenti Massimo Cialente, sindaco della citta’, Stefania Pezzopane, senatrice, Marcello Foti, direttore generale del Centro Sperimentale di Cinematografia e Nathalie Dompe’, responsabile corporate social responsibility Gruppo Dompe’. “L’idea del progetto 3:32 ha visto la partecipazione dei collaboratori Dompe’ che operano nel sito produttivo e nel centro di ricerca dell’Aquila, che sono state la vera anima del cortometraggio offrendo le proprie testimonianze per realizzarne la sceneggiatura”, ha spiegato Nathalie Dompe’. “Dalle loro parole – ha aggiunto – traspare l’orgoglio di una citta’ e di un’azienda che non ha voluto fermarsi, proprio grazie alla forza di volonta’ di chi vi lavora, e che a poche settimane dal sisma ha ripreso appieno la propria attivita’. Anche grazie a questa comunione d’intenti, che ha visto coinvolti tutti i collaboratori Dompe’, il sito continua a crescere in un settore, quello delle biotecnologie, di grande potenziale per lo sviluppo economico e per l’affermazione dei talenti professionali di questo territorio”.
Nell’anno del Premio Oscar all’Italia, quindi, e’ una sorta di “Grande bellezza” fatta di volonta’ e voglia di rinascere quella che emerge dal film realizzato nel capoluogo abruzzese. Ed e’ una “Grande bellezza” inclusiva, che nasce dal ricordo di chi ha vissuto quella notte, dall’immediato desiderio di ripresa, dal ritorno al lavoro in una coralita’ d’intenti che vede protagonisti le persone e l’azienda. Ad aprire e chiudere la pellicola e’ un nonno, che parla con un bambino, quasi a testimoniare quanto tutte le fasce della popolazione siano state toccate dal sisma, quanto sia importante passare tra le generazioni il testimone della speranza e dell’orgoglio e come si possa raccontare e rivivere con lievita’, quasi attraverso una favola, un evento cosi’ drammatico.
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