Agnello, etichetta per tutela consumatori


cosciotto-agnelloPescara – L’assessorato regionale all’Agricoltura, riprendendo i suggerimenti della Comunita’ europea e del Ministero delle Politiche Agricole, intende promuovere una campagna di informazione ai consumatori, che possono essere tratti in inganno da diciture utilizzate in modo inappropriato. “La carne d’agnello di provenienza regionale rappresenta una ricchezza da tutelare”, ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Mauro Febbo, “non per motivi di campanilismo, ma perche’ gli allevamenti tradizionali della nostra regione sono una risorsa importante, perche’ gli agnelli cresciuti al pascolo nella regione verde d’Europa hanno una qualita’ sicuramente superiore, perche’ chi compra questi agnelli sa dove sono cresciuti e cosa hanno mangiato, ed e’ giusto che chi continua questa tradizione non venga derubato della denominazione da un mercato senza scrupoli”. L’agnello nei piatti a Pasqua e’ una tradizione sentita e radicata, specie in Abruzzo. “Oggi i tempi e modi del mercato globalizzato sottraggono pero’ al consumatore molte possibilita’ di conoscenza e di scelta – ha proseguito Febbo – nei supermercati e sui menu’ dei ristoranti la scritta “agnello nostrano” o “agnello locale” ricorre spesso, ma quali garanzie e controlli ci sono su queste carni?”. L’azione di tutela va, quindi, attivata in due direzioni: a difesa dei consumatori e dei produttori tradizionali che, come sostiene una recente risoluzione del Parlamento Europeo, rappresentano una risorsa non solo per le economie montane, ma anche per l’ecosistema, svolgendo un ruolo ambientale fondamentale di preservazione delle zone meno fertili, di salvaguardia del paesaggio e di ecosistemi sensibili, e contribuisce a proteggere la fauna selvatica e a ripulire gli spazi naturali dalla materia vegetale secca, il che e’ essenziale ai fini della prevenzione degli incendi. “Insomma, – ha rimarcato l’assessore – un buon agnello locale a tavola e’ un contributo non solo alla tradizione, ma anche alla tutela del nostro territorio”. Al momento, per scoprire la “carta di identita’” dell’agnello che stiamo comprando, il consumatore non ha altra strada che quella di richiedere al rivenditore o al ristoratore queste informazioni. “L’imnpegno del mio assessorato, – ha precisato Febbo – sta andando nel senso di far prevedere entro breve tempo una etichettatura chiara e trasparente, che tuteli il prodotto locale e impedisca contraffazioni e diciture ingannevoli”. Nel frattempo, sara’ opportuno diffidare dei ribassi eccessivi che compaiono puntualmente nel periodo pasquale, e che nascondono risparmi derivanti da modalita’ di allevamento e produzione molto diverse da quelle possibili sui nostri pascoli. Infatti, un agnello venduto intero, che costi meno di 10-11 Euro al chilo, ha molte piu’ probabilita’ di essere arrivato col passaporto, che non di aver pascolato in Abruzzo.


04 Aprile 2009

Categoria : Cronaca
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