Cubo di RubiK: quarant’anni e non mostrarli. Segreto di un succeso mondiale
(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). In tanti hanno provato almeno una volta a risolvere il famoso “Cubo di Rubik”, un vero e proprio rompicapo che necessita anche alcune ore per essere risolto, ma che per altri può richiedere pochi minuti, ciò in base all’abilità e all’esperienza di ognuno. Il “parallelepipedo” più famoso della storia, venduto in tutto il mondo con oltre 300 milioni di pezzi, è così giunto al suo quarantesimo anno di vita, rimanendo sempre attuale, un classico evergreen. Il cubo fu inventato nel 1974 dal professore di architettura ungherese Erno Rubik, che mise a punto il passatempo più popolare, amato e venduto. All’inizio del 1980 diventa editore di una rivista di enigmistica dal titolo “…És játék” (in italiano: “…E giochi”). Un matematico inglese scrive e pubblica un articolo relativo al cubo e di fatto spinge la sua fama fuori dai confini dell’Ungheria. Nel giro di pochi anni il gioco invaderà i negozi sia europei che americani diventando il rompicapo più popolare – nonchè venduto – della storia. In realtà esso è molto più di un semplice divertimento, trattandosi di un valido esempio di ingegneria logico-matematica, che ha attirato l’attenzione delle menti più raffinate, personaggi famosi, scienziati e persone comuni in ogni angolo del globo. In origine il suo nome fu “Cubo Magico”, caratteristica, la magia, connessa al suo fascino nascosto legato all’enigma per eccellenza. Tanti sono stati i giochi nati e poi miseramente spariti dall’immaginario collettivo, in particolare schiacciati dalla concorrenza tecnologica, ma nessuno dei tanti “gingilli” elettronici ha mandato in “soffitta” il puzzle meccanico tridimensionale da sempre oggetto di curiosità da parte di grandi e piccoli estimatori. Con il trascorrere degli anni, ci si è prodigati nel tentativo di trovare nuove tecniche che consentissero di risolvere questo rompicapo nel minor tempo possibile. L’ultimo record assoluto appartiene al robot “Cubestmer 3”, realizzato con i Lego e dotato di un cervello elettronico prelevato e adattato da uno smartphone, il quale impiegando 3,45 secondi per mettere a posto tutti i mattoncini colorati del “Cubo Magico”, non conosce (al momento) avversari in grado di batterlo: la sfida è aperta.
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