Liberali: “SAGA va privatizzata”
Pescara – (di Stefano Leone) – È il parere dei Liberali per l’Italia Pescara che, questa mattina, 29 marzo, in una conferenza stampa hanno esaminato la situazione della società di gestione aeroportuale e hanno evidenziato la proposta di privatizzazione. A loro avviso, questo potrebbe far rialzare la società che, ormai da troppo tempo, è in stato di sofferenza sia operativa sia finanziaria. Dicono i componenti di PLI che, “ad oggi, la Regione propone di ricapitalizzare la Saga Spa, costringendo i soci e versare la quota parte senza mai aver affrontato la problematica amministrativa che da anni richiede una attenta analisi. Con riferimento all’atto di concessione ENAC del 13 gennaio 2008 che obbliga la società di gestione all’equilibrio economico-finanziario pena la decadenza entro il primo quadriennio dalla stipula del contratto di programma, ad oggi, sulla società incombe un rischio di continuazione dell’attività se non si porranno degli interventi correttivi sostanziali e non solo formali, attuati tramite aggiustamenti di bilancio. Difatti, nella relazione sulla gestione 2012, gli amministratori affermano che l’obiettivo di equilibrio economico e finanziario, visti i costi aziendali, è perseguibile solo tramite l’intervento dei contributi regionali. Innanzitutto sono ritenuti ammissibili solo gli aiuti per sostenere i costi delle infrastrutture e delle attrezzature aeroportuali, gli aiuti al funzionamento dell’aeroporto relativamente ai costi per servizi (personale, rifiuti, energia, manutenzioni, affitti, costi amministrativi), e sono tassativamente esclusi gli aiuti per costi di capitale, di sostegno alla commercializzazione o altri incentivi concessi alle compagnie aeree dal gestore aeroportuale. Invece, la SAGA ha imputato nel proprio bilancio i contributi regionali alla voce ricavi per € 5,7 mln nel 2012 a copertura dei costi di pubblicità e promozione sostenuti pari ad € 5,6 mln (che rappresentano circa il 71% dei costi per servizi e il 48% del totale) tra i quali si potrebbe ipotizzare, in quanto nel bilancio tale informazione non è presente, che trattasi di incentivi a Ryan Air. La redditività della società, quindi, al netto dei contributi regionali, è negativa. Difatti, i ricavi complessivi sono stati pari a circa 11.8 milioni compresi i contributi, risultati non sufficienti a coprire tutti i costi e, senza l’iscrizione tra i ricavi di un contributo conto impianti, avremmo avuto una perdita di 400 mila euro circa. Era chiaro ed evidente che avremmo avuto nel 2013 una perdita consistente, si sapeva ma nessuno è intervenuto! Si ipotizza che nel 2013 la società stessa abbia fatto ricorso ad affidamenti bancari per esigenze di liquidità appesantendo, con oneri finanziari, un conto economico già deficitario, considerando la riduzione sensibile delle disponibilità liquide di € 1,28 milioni rispetto al 2011. Alla luce di quanto esposto sarà necessario prevedere una possibile privatizzazione (così come sta accadendo in molti scali italiani) della Società di Gestione Aeroportuale per garantire allo scalo abruzzese un futuro sostenibile alla reale economia non dimenticandoci di tutte le professionalità in esso riposte, ovvero riprendere il progetto di Legge Regionale (n° 358/2011) per attivare una procedura di dismissione della partecipazione nella S.A.G.A. S.p.A., come da ultimo definita dalla L.R. 28 dicembre 1998, n. 163. La suddetta procedura si inserisce nell’ambito di un più ampio processo di riordino e di riforma della legislazione regionale in materia di partecipazioni pubbliche e tende ad attuare i principi contenuti nella L. 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008). L’intento espressamente dichiarato dalla richiamata disciplina nazionale è quello di tutelare la concorrenza e il mercato, cioè di impedire che gli enti pubblici, attraverso la costituzione di società, l’assunzione di partecipazioni ovvero con il loro mantenimento, possano intervenire in settori nei quali il mercato può efficientemente operare, così distorcendolo per la presenza di soggetti che per mezzo del finanziamento pubblico godono di un indebito vantaggio concorrenziale. A tal fine, occorre: un Piano Industriale credibile nel quale dovrà essere rivisto completamente il “business model“ da sviluppare con un aumento di capitale riservato ai soci attuali o potenziali nuovi soci privati, dato che il modello dello scalo attuale è obsoleto e del tutto improduttivo. Dovranno essere rimodulate le condizioni economiche (ricavi) con i vari vettori. Il Piano dovrà essere concertato con la Regione in merito allo sviluppo turistico/incoming che è un elemento fondamentale per la crescita della redditività dello scalo. Un Piano Finanziario di riequilibrio delle fonti di finanziamento, attualmente sbilanciato con un indebitamento di 4,5 volte i mezzi propri, in funzione delle esigenze reali di sviluppo dello scalo”.
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