Lettera aperta di LCV a Renzi


L’Aquila – VENGA NELLA CITTA’ DELLE MACERIE E TRA LE SCUOLE DI LATTA – VIncenzo Vittorini, capogruppo comunale del movimento L’Aquila Che Vogliamo, ha indirizzato al premier Matteo Renzi una lettera aperta: “Gentilissimo Presidente, Le scrivo come capogruppo di “L’Aquila che vogliamo”, una lista civica che siede in consiglio comunale dalle ultime elezioni amministrative di maggio 2012. E’ una libera associazione di cittadini, nata dopo il terremoto del 6 aprile 2009, che si pone come obiettivo la rinascita dell’Aquila basata su alcuni punti focali: “progettare una città strutturalmente sicura, universitaria, attenta alla crescita dei giovani, laboratorio innovativo, europea, ecologica, culturale, turistica, della scienza, storica, capace di far emergere il potenziale di tutti i suoi cittadini, consapevole delle dinamiche globali, ad alta intensità di lavoro e di conoscenza, creativa, vantaggiosa per le libere iniziative imprenditoriali, architettonicamente elegante, sostenibile, solidale e degna di essere vissuta” .
Dopo quella notte infernale del 6 aprile 2009, oltre ad avere perso, con infinito dolore, sotto le macerie le persone care e tutti i beni materiali, nella coscienza di molti di noi è scattato un qualcosa di grande, una voglia di “metterci la faccia” e tutte le proprie energie per dare una svolta.
L’Aquila che vogliamo si rivolge a lei consapevole che la sua sensibilità, la sua determinazione e voglia di fare possano essere un volano fondamentale per far tornare a volare L’Italia e anche L’Aquila. Lei ha posto fra le sue priorità le scuole, i giovani e il loro futuro ed è proprio questo il tema che vorremmo porre alla sua attenzione. Le facciamo una piccola premessa per fare luce sulla difficile situazione che i cittadini aquilani, ma soprattutto i giovani dell’Aquila sono costretti a vivere.
Le problematiche da approfondire sono innumerevoli e siamo sicuri che se oggi, a 5 anni dal sisma, siamo ancora all’anno zero, la grande responsabilità è di un’amministrazione che, navigando a vista, senza un piano strategico di rinascita, senza una visione di futuro e con un’arroganza che nasconde dietro di se una forte incompetenza, ha cercato di annaspare in questi 5 anni dentro problematiche che ad oggi non solo non ha saputo risolvere, ma si sono aggrovigliate su se stesse.
L’Aquila sarebbe dovuta diventare il simbolo si sicurezza e di antisismicità, cosa per cui L’Aquila che vogliamo si sta battendo fortemente, avrebbe dovuto dare un esempio di come da una tragedia si possa trarre vantaggio per rinascere più forti di prima. Invece, dopo tutto quello che è successo nella città più sismica d’Italia non è stata fatta neanche un’esercitazione di protezione civile per testare le criticità e adottare un piano di emergenza idoneo. Il centro è ancora distrutto e puntellato, ma è aperto a tutti, con rischi enormi per l’incolumità dei cittadini e dei giovani che lo frequentano nelle ore notturne per tentare di riappropriarsi di uno spazio di socialità.
Per raccontarle tutto quello che è successo in questi 5 anni, non basterebbe una vita, ma non è questo il motivo della nostra lettera. Il problema forse più grave, che vorremmo porre alla sua attenzione, è il danno irreparabile che stiamo facendo ai più giovani, ai più piccoli, costretti da 5 anni a frequentare scuole di “latta”, i MUSP, Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio, e all’uscita da scuola non avere punti di aggregazione sociale. Quando escono dalla “latta” e si guardano intorno dai finestrini delle macchine vedono solo case distrutte e nulla più. Il loro cervello, soprattutto dei più piccoli, si sta plasmando su un’idea di aggregato urbano che non è reale.
Si stanno adattando a vivere in un contesto surreale, non sanno neppure cosa significa vivere in una città normale. Prima del sisma le scuole erano per la maggior parte nel centro storico e sono tutte inagibili e non esiste ancora un piano di ristrutturazione. A partire dalle scuole, non esiste una pianificazione per tutto ciò che, di materiale ed immateriale, dovrà essere ricostruito per la vita futura dei nostri giovani. A ben 5 anni dalla tragedia.
L’Aquila che vogliamo le chiede di venire a toccare con mano questa realtà, la preghiamo di farlo al più presto perché la paura è che, se non ci occupiamo subito dei giovani, il danno che stiamo facendo loro sarà irreversibile. L’Aquila che vogliamo vuole restituire alle nuove generazioni una città “degna di essere vissuta”.


29 Marzo 2014

Categoria : Politica
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