Avvelenati nel vile silenzio: per anni tutti all’oscuro – Pezzopane: “Governo chiarisca”


Chieti – LA DISCARICA DEI VELENI, LE COMPLICITA’ E I SILENZI PER NASCONDERE LA VERITA’ ALLA GENTE – PEZZOPANE: “DATI SCIOCCANTI, IL GOVERNO CHIARISCA” – Pera anni acqua avvelenata: e le analisi? E i controlli per garantire la salute ai consumatori? Per anni una paurosa palude di inerzie, inefficienze e omissioni, mentre in politica si farfugliava spocchiosi di Abruzzo verde e idilliaco. La vicenda di Bussi diventa un incubo, tipo film “Dal tramonto all’alba”.
Per anni abbiamo chiesto, e nessuno ha mai risposto in alcun modo, come sia stato possibile accumulare centinaia di tonnellate di veleni sotto il naso di tutti, e nel silenzio più totale. Ora dubbi e interrogativi debbono persino aumentare: accadeva ben di peggio. La gente beveva acqua avvelenata chi sa da quando, e veniamo a sapero… nel 2014.
Solo oggi, probabilmente solo grazie ad un abile scoop e non per limpide volontà istituzionali, o ritorni di fiamma nelle coscienze, la gente apprende di aver bevuto e usato per anni acqua avvelenata in mezzo Abruzzo. Veleni derivati dalla discarica di Bussi, scoperta nel 2007 ma esistente da anni, sotto gli occhi chiusi o distratti di tutti. Le conseguenze? C’è chi pensa che arriveranno nel tempo, negli anni futuri.
L’unica fortuna è che la gente non beve di solito l’acqua erogata dalle reti. Un oscuro istinto di autodifesa, che si rivela provvidenziale.
Oggi viene “sparato” (i telegiornali nazionali hanno dedicato molto spazio alla notizia) un documento che rivela agghiaccianti verità, mentre il processo va avanti lentissimo alle assise di Chieti. Una ricerca molto lunga, i cui esiti non sono certo di questi giorni. Misteri che si aggiungono a misteri. Analisi che rivelano veleni scoperti nel 2007 spuntano solo nel 2014? Una storia di viltà e di diffuse congiure per tutelare il segreto e il silenzio, e forse chi sa cos’altro.
Le falde acquifere permeate dai veleni della discarica di Bussi sul Tirino, una bomba ecologica, la piu’ grande d’Europa, avrebbero contaminato 700 mila consumatori. E’ una relazione da brivido quella dell’Istituto superiore della sanita’ (Iss) che per la prima volta, dal sequestro del sito avvenuto nel 2007, ha messo nero su bianco, in una relazione di 70 pagine, i veleni di Bussi, circa 25 ettari di terreno analizzati scientificamente. Le acque contaminate della discarica vengono messe in relazione con “la pericolosita’ per la salute umana”.
Acqua di cui hanno usufruito cittadini e utenze sensibili come ospedali, mense, comunità e scuole. Nel sito sono state interrate circa 250 mila tonnellate di rifiuti tossici e scarti industriali della produzione di cloro, soda, varechina, formaldeide, percolati, cloruro di vinile, tricloroetilene e cloruro di ammonio dell’ex Polo chimico Montecatini Edison. Il danno ambientale stimato e’ di circa 8 miliardi e mezzo mentre per la bonifica occorreranno 600 milioni. Per il mega inquinamento sono sotto inchiesta 19 persone, quasi tutti ex amministratori della Montedison, accusati di avvelenamento delle acque. Il processo si sta svolgendo in Corte d’Assise a Chieti e la prossima udienza si terra’ il 28 marzo. La relazione, datata gennaio 2014, e’ stata depositata proprio nel corso del processo dall’avvocatura dello Stato che difende il ministero dell’Ambiente, parte civile nel processo. Il documento, redatto da Riccardo Crebelli e Luca Lucentini, consulenti tecnici dell’avvocatura dello Stato, parte dalla definizione generale di “pericolista’ della salute”, illustra i dati di riferimento, mettendo insieme quelli dell’Arta, della forestale, di campioni prelevati dai pozzi Sant’Angelo, dalle fontane pubbliche di Torre de’ Passeri e in corso Umberto a Pescara, poi a Chieti, a Tocco, a Castiglione e a Popoli. In un punto viene sottolineato come “La serie di azioni poste in essere nel sito industriale e nella mega discarica hanno pregiudicato tutti gli elementi fondamentali che presiedono e garantiscono la sicurezza delle acque, determinando cosi’ un pericolo reale e concreto per la salute”. La relazione, infine, punta il dito anche contro la mancata informazione: “La qualita’ e la protezione della risorsa di origine e stata indiscutibilmente compromessa” e “del significativo rischio non e’ stata data comunicazione ai consumatori che non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli”.

PEZZOPANE (PD), DATI SCIOCCANTI, GOVERNO CHIARISCA
“I dati della relazione dell’Istituto Superiore di Sanità per l’Avvocatura dello Stato, depositata nell’ambito del processo di Chieti sull’inquinamento del sito industriale di Bussi, sono a dir poco scioccanti. Un bacino di 700 mila persone, compresi scuole e ospedali, sarebbe stato rifornito con acqua contaminata da cloruro di vinile, tricloroetilene, piombo e mercurio, cioè con alcune delle sostanze più pericolose che si possano immaginare. Il tutto, a quanto apprendiamo, fino al 2007, e cioè fino a quando non stati chiusi i Pozzi Sant’Angelo. Sulla mancata bonifica del sito industriale di Bussi ho già presentato un’interrogazione parlamentare, ma adesso è chiaro che è necessario un intervento tempestivo e chiarificatore del governo, anche per scongiurare l’allarme nella popolazione”. Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane.
“E’ evidente – prosegue Pezzopane – che il sito di Bussi deve essere oggetto di bonifica e di risanamento ambientale e la popolazione dell’area di Pescara deve essere sottoposta a screening epidemiologico a campione per stabilire se la contaminazione abbia avuto delle conseguenze sanitarie. Preoccupa poi la totale mancanza di comunicazione sui rischi correlati alla presenza in falda delle sostanze inquinanti, che non ha messo in condizione i cittadini di fare scelte consapevoli. Come è stato possibile che nessuno sapesse? Ora è necessario che l’intera vicenda sia affrontata con tempestività, efficacia e trasparenza, a completa tutela dei cittadini”.


26 Marzo 2014

Categoria : Cronaca
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