Prostata, la chirurgia restituisce l’eros
L’Aquila – (Immagine: un tipo di protesi peniene) – Dopo l’asportazione chirurgica della prostata, dovuta quasi sempre ad un tumore, per tornare a “onorare” l’eros in maniera soddisfacente per la coppia, se le pillole dell’erezione non sono efficaci, la soluzione definitiva arriva dall’impianto di protesi peniene tricomponenti di nuova generazione Ams 700. Rispetto a quelle del passato, le tricomponenti inducono un’ erezione simile a quella fisiologica con ingrossamento e allungamento del pene risolvendo cosi’ anche la riduzione del pene che dopo la prostatectomia si accorcia di 1,5 cm nei 15 giorni successivi all’intervento fino ad arrivare a 2 cm entro l’anno successivo.
A ridare speranza a quanti hanno perso la loro normale attivita’ sessuale e’ l’unita’ urologica del San Salvatore dell’Aquila, centro di riferimento in Abruzzo per il trattamento dell’impotenza e dell’incontinenza urinaria dove viene eseguito questo nuovo tipo di intervento. L’ Urologia dell’ospedale pratica, a livelli di eccellenza e con il Sistema Sanitario Nazionale, tecniche di chirurgia protesica all’avanguardia basate, appunto, sull’impianto di protesi peniene di nuova generazione Ams che consentono all’uomo il ritorno a una normale sessualita’ e sull’inserimento di sling (benderelle) o di sfinteri artificiali che ripristinano la normale continenza.
Secondo recenti dati, dopo il tumore e’ crisi di coppia per circa 3 milioni di italiani affetti da impotenza e incontinenza urinaria conseguenze indesiderate dell’asportazione radicale della prostata che si possono ora trattare con valide soluzioni. Le ultime evoluzioni terapeutiche puntano, quando i farmaci stimolatori dell’ erezione sono inefficaci, sull’impianto di protesi peniene di nuova generazione che consentono il ritorno a una normale sessualita’ e sull’inserimento di sling (benderelle) che, poste sotto l’uretra, ripristinano la normale continenza.
“L’asportazione chirurgica della prostata”, spiega il dottor Boris Di Pasquale, urologo presso l’ospedale San Salvatore, “nonostante le tecniche laparoscopiche, robotiche e la nerve sparing che risparmia i nervi dell’erezione, causa impotenza in oltre il 50% dei pazienti operati. Durante l’intervento chirurgico infatti i nervi dell’erezione possono comunque subire dei danni che causano una disfunzione erettile spesso definitiva”.
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